Travaglio torna a Trento contro «cortigiani e leccatori»

di Fabio De Santi

Marco Travaglio ritorna all’Auditorium S.Chiara di Trento l’11 marzo con  il suo nuovo recital «Slurp» accompagnato da un esplicativo «lecchini, cortigiani & penne alla bava al servizio dei potenti che ci hanno rovinato». Di questo spettacolo, per la regia di Valerio Binasco in cui Travaglio è accompagnato dall’attrice Giorgia Salari abbiamo parlato con il direttore del «Fatto Quotidiano».

Quali forme ha il suo Slurp in versione teatrale?

«È un racconto con una serie di letture che spingono a riflettere certo ma anche a ridere di gusto. Ridere perché risentire o sentire magari per la prima volta le leccate di culo di questi ultimi vent’anni ha un effetto esilarante. Sembrano cose inventate ma purtroppo sono vere, scritte e dichiarate».

Fra i leccatori che lei  ha messo nel mirino ci siamo noi giornalisti, nella sezione «penne alla bava».

«Sì, noi purtroppo siamo assoluti protagonisti. Gli esempi sono innumerevoli, e ci portano a leccatori di professione che in vari momenti del loro percorso di scrittura ci hanno regalato e continuano a regalarci delle perle uniche in questo senso».

Anche intellettuali, opinionisti, politici.

«Anche i politici sono protagonisti come soggetti sia attivi che passivi in questo contesto. Una delle scorciatoie per fare carriera in politica è quella di leccare senza pudore il proprio capo. In generale invece mi piace citare le meravigliose leccate all’avvocato Mussari, banchiere del Monte dei Paschi, di cui si è sentito parlare male sono quando il Monte è andato a gambe all’aria mentre prima veniva solo incensato senza pudore alcuno».

Ma il leccatore italico cos’ha di peggio rispetto ai lecchini del resto del globo?

«In Italia siamo dei fuoriclasse in questo campo ma la tentazione di mettersi comodi alla mensa o alla corte di un potente credo sia un modo di fare universale. Raccontare che tutto va bene è molto consolatorio per i lettori o ascoltatori di ogni parte del pianeta ma se provi ad essere davvero critico ti trasforma in un gufo o in una cassandra».

Cosa pensa della fusione fra «Repubblica» e «La Stampa»?

«È la nascita di un gruppo gigantesco che come accade per tutte le concentrazioni va a discapito del pluralismo. L’alleanza fra gli Agnelli e De Benedetti crea una concentrazione mostruosa per la democrazia e l’informazione in Italia».

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