L'orrore della Grande Guerra Leoni indaga il fronte sui monti

Il libro è già di per sé bello e importante e segnerà un passaggio negli studi storici, ma rappresenta una notizia nelle novità librarie, perché è la prima volta che uno storico trentino pubblica per Einaudi nella sua più bella e importante collana storica, quella che ha ospitato studiosi come Prosperi, Pons, Gibelli, De Luna, Rochat, e ci limitiamo a citarne alcuni.

È un libro frutto non di un solo studio, ma di decenni di studio, insieme a un gruppo di cui Leoni è una delle guide, quella del Laboratorio di storia di Rovereto, che da tempo si propone come uno dei centri più fecondi di ricerca di storia «locale» nel senso più nobile e non riduzionista. Decenni, perché Leoni dagli anni '80 studia, analizza ricerca, riflette sulla guerra in montagna, che non esisteva prima e che non fu mai più dopo.

Leoni parte da un inquadramento generale che in qualche modo fu propedeutico alla guerra in quota, cioè la sfida alpinistica, che era allora decisamente pioneristica. Con dei tratteggi vividi riesce a ricostruire i paesaggi, soprattutto mentali, delle popolazioni trentine che per la prima volta videro arrivare nelle loro malghe gli alpinisti intenti a conquistare i passi dolomitici e le cime più importanti. Già questa avventura è stata recentemente raccontata da Riccardo Decari e da Fabrizio Torchio ("A est del Romanticismo") sull'impegno degli alpinisti vittoriani.

Leoni sistematizza la narrazione dell'impegno dell'analisi geografica degli alpinisti. Ma questa è la partenza. Dentro c'è il racconto - meritorio - di un territorio come quello trentino, ai limiti dell'indigenza alla vigilia della Grande Guerra. Il riportare quindi al centro della riflessione storiografica il territorio trentino con le sue peculiarità e le sue caratteristiche, non soltanto geografiche e orografiche, ma culturali e antropologiche.

Leoni racconta, passo dopo passo, l'evolversi di un territorio di confine che diventa zona di guerra. Non usa affreschi letterari grandiosi, piuttosto esercita il passo lento del montanaro che costa dopo costa ci spinge in alto a vedere che cosa sta succedendo. Non dimentica, chiaramente, il contesto europeo che determina gli eventi trentini, raccontando su più piani lo svolgersi di tre anni che hanno pesato come fossero trenta. A Leoni interessano gli uomini, le grandi sofferenze.

Che cosa successe lassù, al freddo, nei ghiacciai, sulla neve, con i soldati costretti a scavare nei fianchi della montagna cunicoli di protezione più che dai colpi da fuoco dal freddo e dal gelo. Trincee, coperte, ben più difficili da ottenere di quelle ricavate nel fango in altre zone del conflitto sul fronte italiano. La fame, la difficoltà dei rifornimenti, lo sfruttamento di altri uomini, come i prigionieri russi portati sul Pasubio. Leoni, anche sul filone di nuove tendenze di ricerca storica, non dimentica l'utilizzo drammatico di animali sfruttati fino allo stremo per portare in quota materiali edili e materiale bellico.

L'arte di arrangiarsi, anche in un quadro di orgoglio nei diversi battaglioni, emerse se, come raccontò - con sarcasmo, ma con efficacia - un ufficiale austriaco: «Valeva la pena fare tutto questo finimondo? Certo che sì, se lassù per necessità si è inventata la pentola a pressione...».

Fu, quella in montagna, come ricorda bene Leoni, una guerra combattuta anche con gli elementi naturali, provocando frane e valanghe sui nemici, ma tornando in qualche modo all'uomo primitivo, costretto a sopravvivere bevendo neve sciolta o addirittura la propria urina.

Un quadro che fa a pezzi l'immagine della «guerra bianca» come un conflitto di poco conto, senza grandi e epiche battaglie. Teorie che per anni molti storici europei fecero proprie.
Con questo libro Leoni riporta al centro del dibattito il ruolo del Trentino della Grande Guerra e Einaudi torna a ricollocarsi come la casa editrice tra le più feconde nel dibattito italiano e europeo.


La prima uscita pubblica di presentazione del libro «La guerra verticale» di Diego Leoni sarà mercoledì 9 dicembre 2015 alle 17,30 alla libreria Einaudi di piazza Mostra a Trento

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