Un (bel) evento domani a Trento, però si discute sui soldi

«A Trento non c’è mai niente». Alzi la mano chi non ha mai sentito almeno una volta questa frase. Però quando a Trento c’è qualcosa (di bello, di organizzato, di interessante, di coinvolgente) si litiga. Litigare non è forse il termine più giusto, diciamo che si crea un confronto, con le parti in causa che difendono le proprie posizioni, accusandosi a vicenda.

Procediamo con ordine. Domani a Trento si svolgerà «Il fiume che non c’è», un evento ormai storico che permette di far rivivere un quartiere (San Martino), di dare spazio a musica, arte e cultura, di incontrarsi, di divertirsi. In poche parole un evento che permette di vivere una bella serata. A qualcuno, però, alcuni aspetti dell’organizzazione non piacciono. E siccome al giorno d’oggi Facebook è il mezzo più rapido e immediato per far conoscere alle persone una propria opinione, si crea una pagina Facebook. Il nome è inequivocabile e fa capire subito dove si vuole arrivare: «Ci portiamo le birre da casa».

Nella presentazione dell'evento si legge: «È un fatto assodato che fare musica nella nostra città sia un'attività amatoriale, che arreca disturbo e soprattutto NON RETRIBUITA! E' ora che anche le altre categorie di lavoratori si uniscano al nostro sforzo di risollevare l'economia del nostro paese lavorando GRATIS! Gestore di locali fai un passo avanti e da il buon esempio lavorando gratis anche tu come tutti noi! Basta con la schiavitù del denaro! Per aiutarti in questo nobile gesto noi CI PORTIAMO LE BIRRE DA CASA.
Iniziamo dalla bella festa di S.Martino dove tanti musicisti faranno la loro parte suonando per cifre orarie da raccolta dei pomodori in Gambia.
Non mancare!»

Insomma: si fanno gli eventi, qualcuno ci guadagna e qualcuno no, quindi facciamo in modo che tutti non ci guadagnino. Nell’arco di qualche condivisione arriva la replica degli organizzatori del Fiume che non c’è:
«Caro Roberto, sono sorpreso e amareggiato per questo attacco figlio di ignoranza e di quel gusto tutto trentino per la chiacchiera malevola (rigorosamente alle spalle). Prima di dire sciocchezze, dovresti provare a informarti - anche semplicemente chiedendolo apertamente - sulle condizioni e sulla gestione della festa, soprattutto per quanto riguarda la parte musicale che io curo. Ti sfido a trovare qualcuno che abbia mai ritenuto poco eque le mie proposte o che sia rimasto dispiaciuto dopo aver collaborato con me (che lavoro nell'ambito da 14 anni) e con il Funambolo. Mi piacerebbe poter pagare tutti da superstar, me compreso che mi sto massacrando di lavoro, ma purtroppo non è possibile. Ho un budget limitato che ho cercato di suddividere per le 11 band, trentine e non, che si esibiranno per le strade di San Martino; un budget che copre anche il lavoro di chi allestisce, monta e smonta, passa la giornata e la nottata per la strada e prende quanto un musicista (se ne fai un calcolo orario, fai tu le debite proporzioni).
Detto questo, vorrei capire qual'è il tuo problema: ho proposto dei compensi, chi li ha accettati devo immaginare che ne sia soddisfatto, chi non li ha accettati (e sono anni che non mi capita che qualcuno - forse perché privo dell'avvocato/sindacalista dell'ultim'ora - mi dica "no, voglio più soldi") ha pieno diritto di farlo. Può darsi che tu al mio posto sapresti fare di meglio, non vedo l'ora di poterlo verificare quando oltre a portarti le birre da casa, proverai a organizzare qualcosa di questa qualità con le risorse che abbiamo in campo noi. Comunque, se mai mi capiterà di trovare qualcuno scontento del trattamento ricevuto da me, gli darò il tuo numero di telefono, così che si possa far rappresentare da un sindacalista "geniale" come sei tu.
Complimenti ancora per il modo costruttivo in cui ti rapporti a chi combatte, non più e non meno, né peggio né meglio, di molti altri, per fare di Trento una città più ricca e diversa. Guido Laino».

Infine, tra commenti e Mi Piace, arriva la posizione di chi, tra gli altri, ci guadagnerebbe: la Bookique. Eccola:
A parte che siete in ritardo, perché le birre da casa purtroppo se le portano da tre anni ormai.
A parte che per fare una programmazione live di un certo livello, chi ha un locale lavora già in parte gratis, se rapporti le le ore impiegate a gestire il tutto (dalle code alla Siae alle pulizie) allo stipendio che riesce in qualche modo a tirarsi fuori.
A parte che non ricordo nessun "lavoratore della musica" (termine orrendo), forse uno in 4 anni, avermi mai proposto qualcosa in regola
A parte che una festa di quartiere non è un club
A parte che c'è più musica a Trento che a Woostock ultimamente
A parte che sarebbe meglio mettersi insieme invece che dirsi sempre su
A parte che da cose così si capisce subito perché la musica trentina non riesce a spingersi oltre Mattarello
A parte tutto questo e molto altro (che non riporto appunto perché sto lavorando gratis per la Festa di domani)
sono dell'opinione
che di arte non si mangia, si Vive, nel senso più ampio del termine.
Noi facciamo così e siamo abbastanza felici.
Saluti dalla Bookique
ps: se finite le birrette dell'Eurospin passate che ve ne offro una volentieri, 2 euro non sono niente rispetto al fatturato milionario di un locale...

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