Vienna, guerra e vita privata nelle foto di Lee Miller

Ritratti e autoritratti, glamour e surrealismo, foto di guerra storiche come quella, leggendaria, nella vasca da bagno di Hitler: decine di scatti della fotografa americana Lee Miller sono esposti per la prima volta a Vienna, nel Museo Albertina, in una mostra presentata oggi alla stampa e da domani, fino al 16 agosto, aperta al pubblico.
Ex modella e ex compagna di Man Ray, Lee Miller (1907-1977) è stata ingiustamente poco considerata come artista di grande statura di per sé.
Questa mostra le rende giustizia e presenta un’artista a tutto tondo che ha consegnato veri capolavori all’altezza dei geni di cui fu musa e modella. Del grande artista americano, al quale è stata anche legata, la Miller imparò a Parigi la fotografia e lo stile surrealista.
Nelle foto di nudi di Man Ray «lui fa lo scatto», ma «Lee Miller influenza con la sua decisiva auto-messa in scena», spiega il curatore Walter Moser.

Dal 1942 la Miller è una delle poche fotografe di guerra autorizzate a seguire le truppe Usa in Europa. Ed è proprio da ‘embedded’ che nell’aprile 1945 può documentare la liberazione dei campi di concentramento di Buchenwald e Dachau: immagini scioccanti e drammaticamente belle, come la montagna di morti accatastati, i sopravvissuti ridotti a larve umane, o il cadavere di un SS che galleggia in un canale.

Esposto è anche uno storico documento del XX secolo: la foto che ritrae la Miller mentre fa un bagno nella vasca dell’appartamento privato di Hitler a Monaco, a Prinzregentenplatz 16. È il 30 aprile 1945, il giorno in cui Hitler, nel suo bunker a Berlino, si suicida assieme ad Eva Braun. Il 29 le truppe americane avevano liberato Dachau, il più grande campo di concentramento nazista. Il 30 la Miller entra per la prima volta nel Lager: l’orrore che si apre davanti ai suoi occhi viene fermato nei suoi scatti immortali e le scava nell’anima (nel dopoguerra il trauma lascia i suoi segni e smette di fatto di fotografare).

Lo stesso giorno, i soldati della Quarantacinquesima divisione avevano avuto dai locali la dritta sulla casa del Fuhrer, e la Miller e il suo compagno di allora, il fotografo star di Life David Scherman, vanno nell’appartamento e vi prendono alloggio. Lei si fa un bagno nella vasca da bagno di Hitler, e Scherman la immortala nell’acqua mentre si insapona.

Su una sedia è appoggiata la giacca militare della donna, per terra, sul tappetino davanti alla vasca, i suoi scarponi militari sporchi di fango: è il fango di Dachau. Quegli scarponi la connotano chiaramente come membro dell’esercito alleato e rappresentano «un atto radicale di cambio di potere», spiega Moser. L’appartamento, disse in seguito la Miller, «avrebbe a un primo sguardo benissimo appartenere a una persona di medio reddito». La foto del bagno emana una grande forza simbolica: «Ho fatto uno strano bagno quando mi sono lavata lo sporco del campo di concentramento di Dachau nella stessa vasca da bagno di Hitler a Monaco», disse. Otto giorni dopo, l’8 aprile 1945, la Germania firma la capitolazione: la guerra scoppiata l’1 settembre 1939 ha fatto 65 milioni di morti.

Flaminia Bussotti (Ansa)

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