Ferrandi: Ok il Muse ma più spazio agli altri La proposta; un polo culturale della storia

«Bene il Muse, ma spazio anche gli altri: vogliamo essere fautori di un ragionamento per un nuovo polo culturale della storia che unisca il Museo del Buonconsiglio e la fondazione Museo storico». Ad affermarlo è stato il direttore della Fondazione Museo storico del Trentino, Giuseppe Ferrandi, nel corso della conferenza stampa di presentazione dei progetti culturali per il 2015.

«Non vogliamo né farci annettere, né essere annessi dal Buonconsiglio - ha proseguito - ma in tempi difficili, economicamente, un ideale filo rosso che unisca le mostre del Buonconsiglio con le nostre ricerche storiche arricchisce l’offerta culturale e potrebbe essere proprio un esempio concreto di rete museale, vorrei infatti che si parlasse di musei e non di un solo museo».

Ferrandi ha argomentato il progetto culturale anche con l’opportunità offerta dalla nuova logistica: infatti a fine 2017 la fondazione Museo storico occuperà anche gli spazi dell’ex questura in piazza Mostra.
«Abbiamo proposto - ha affermato - di fare due accessi diretti al Castello: uno dai nostri spazi di qia Torre Augusta diretto alla Fossa dei Martiri e l’altro dall’ex questura all’ingresso principale del Museo del Buoconsiglio».

Ferrandi è rimasto in tema di rete museali parlando dell’alleanza con il museo della Guerra di Rovereto che dopo il Centenario della prima guerra proseguirà nel 2015 e vedrà anche la connessione concettuale con esposizioni sul Doss Trento e alle Gallerie. «Continueremo anche per il prossimo anno - ha detto - la sperimentazione nei luoghi espositivi delle Gallerie, anche in considerazione con il complesso monumentale del Doss Trento e con il museo delle truppe alpine».

Per il 2015 la Fondazione prevede inoltre nuovi allestimenti espositivi sulla storia del Novecento e l’inaugurazione di tre nuovi settori di attività: uno dedicato alla storia della sanità e della salute, con mostre a Levico Terme sul termalismo, un’area che si occupa della storia del territorio, ovvero alle trasformazioni urbane date da opere pubbliche come gli impianti per l’energia idroelettrica, o quelle forestali, e infine la nascita della prima cineteca storica del Trentino in cui far confluire anche il materiale audiovisivo delle ricerche recenti della Fondazione».

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