Conflitti / L'iniziativa

"Impegniamoci insieme per fermare le guerre": rilanciato a Pasqua l'appello da Rovereto

Nello scenario inquietante che vede molti accettare la logica del conflitto armato, con lo spettro della guerra globale nucleare, un'iniziativa dalla "città della pace" invita tutti a promuovere diplomazia, dialogo e soluzioni nonviolente, a cominciare dallo stop al sangue in Ucraina e Medio Oriente. Si chiede alle istituzioni locali e ai cittadini di dare il proprio contributo attivo, nella città della Quercia il primo ok dal Comune ma gli altri si fanno attendere

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di Zenone Sovilla

TRENTO. A Pasqua papa Francesco ha rinnovato l'appello a impegnarsi contro le guerre, contro la violenza, contro le sofferenze. Guerre, anche nel cuore dell'Europa, conflitti armati di diversa natura, attentati terroristici sanguinosi. La violenza nel mondo non si placa; anzi, negli ultimi tempi è parsa moltiplicarsi, mentre in troppe diplomazie pare sdoganarsi con allarmante noncuranza la possibilità che anche noi, a ottant'anni dall'orrore nazista, potremmo finire trascinati in un nuovo conflitto armato su scala globale.

La corsa al riarmo è ormai un'evidenza e, stando ai disegni degli Stati, sarà destinata a intensificarsi. Altro che mettere la guerra fuori dalla storia, costruire percorsi di dialogo e di convivenza pacifica. L'impressione è che, al contrario, si stia piombando nel dramma di un'involuzione storica. Un'impressione suffragata anche dai numeri impietosi di morti, feriti e di armi prodotte e vendute per provocarli.

Come se evaporassero via via i decenni di impegno a edificare dimensioni istituzionali volte innanzitutto a mitigare i rischi di nuove guerre.

L'aggressione russa all'Ucraina e l'attacco spietato di Hamas in Israele, con la distruttiva risposta bellica israeliana, rappresentano momenti emblematici del catalizzatore di morte che si è attivato.

Con la politica impotente o negligente nel cercare e trovare strade alternative alla logica delle armi e del sangue.

Di fronte a questo scenario inquietante, sul quale, come noto, si adombra anche lo spettro nucleare, da Rovereto "città della pace", si leva un grido nel solco della nonviolenza e della ineluttabilità di alimentare percorsi di diplomazia e dialogo, se si vogliono salvare le vite e il futuro del pianeta. da ogni fabbrica, da ogni scuola, da ogni Università si alzino identiche voci per la pace

Un appello, lanciato nelle scorse settimane e rinnovato a Pasqua, che chiede a tutti, persone e istituzioni, di mettersi in moto per fermare questa deriva bellica. Il testo è rivolto anche a tutti i Comuni trentini. E la municipalità dove è nata l'iniziativa ha già annunciato il proprio supporto. Ora si attende un segnale chiaro e forte dalle varie amministrazioni locali e anche dal resto d'Italia.

A lanciare l'appello due figure conosciute per l'impegno nel segno della pace: lo studioso Francesco Pugliese e l'attivista Luisa Zanotelli, sorella di padre Alex, il missionario comboniano trentino da oltre mezzo secolo protagonista di lotte per i diritti all'emancipazione dei poveri e contro ogni forma di violenza.

Un appello, spiega Pugliese all'Adige, "che è nato dalla sofferenza davanti ai disastri delle guerre in atto, della politica di annientamento del governo israeliano a Gaza e dalla escalation verso l'abisso dello scontro atomico cui non corrisponde nella società (anche nel mondo del pacifismo o degli intellettuali, per esempio) una consapevolezza e una mobilitazione come il momento richiederebbe".

L'appello è firmato “Persone per la pace”, per sottolineare, rimarca ancora Pugliese, "l’importanza e la necessità della assunzione della responsabilità di ogni essere umano, di ogni persona di buona volontà a schierarsi contro la guerra e per la pace e fare qualcosa in questo momento così buio per l’umanità".

Un appello lanciato da Rovereto in nome “della nostra umanità; in nome del sogno dell’Onu (nata per 'salvare le future generazioni dal flagello della guerra') e del diritto internazionale; in nome dell’obiettivo fondante dell’Europa: la pace".

Ma anche "in nome dell’articolo 11 della nostra Costituzione; in nome di papa Francesco che ogni giorno invoca la pace come mai nessun papa; in nome delle centinaia di migliaia di vittime che hanno lasciato la vita su campi di battaglia che sognavamo di non vedere più dopo la Seconda guerra mondiale”.

I firmatari si dicono anche molto preoccupati per le posizioni dell'Unione europea e dei partiti italiani. Da qui la scelta di farsi sentire: "Un contributo, una presa di posizione e un appello a fare qualcosa: schierarsi e prendere posizione, almeno per non essere impotenti e complici.

Un appello rivolto anche alle istituzioni locali trentine, affinché gridino la pace e si attivino per porla all'ordine del giorno proprio in quanto espressione delle comunità locali; seguendo l'esempio di La Pira nella Firenze e nel mondo della guerra fredda. Un appello che è nato a Rovereto, anche come contributo di base per dare concretezza all'essere città della pace".

Come detto c'è già il supporto attivo del Comune di Rovereto, città della Pace e sede di quella Campana dei Caduti che ogni giorno ricorda con i suoi rintocchi l’orrore della guerra e il dovere di proteggere la pace. "Rovereto - ha detto pochi giorni fa la sindaca reggente, Giulia Robol - non può che sostenere questo appello e aiutarne la promozione diffondendolo a tutti i Comuni del Trentino”.

Adesso si attendono le risposte e i contributi concreti di tutti: "Auspichiamo e proponiamo - scrivono i promotori dell'appello - che da ogni organismo collettivo, da ogni fabbrica, da ogni scuola, da ogni Università si alzino identiche voci per la pace e per la vita. Persone per la pace".

Primo obiettivo è spendersi affinché "il mondo fermi i massacri a Gaza e in Ucraina con il cessate il fuoco e immediati negoziati sotto l’egida delle Nazioni unite".

IL TESTO COMPLETO DELL'APPELLO

[per adesioni scrivere a luisazanotelli2018@gmail.com]

Ogni giorno un massacro, ogni giorno sofferenze su sofferenze. E nessuno tra governanti e potenti della Terra parla più veramente di pace, negoziati e soluzioni politiche. Armi e soltanto armi. Le diplomazie sono silenziate.

Ogni giorno un passo avanti verso l’abisso. Facciamo il presente appello in nome della nostra umanità; in nome del sogno dell’Onu, nato per “salvare le future generazioni dal flagello della guerra” e del diritto internazionale; in nome dell’obiettivo fondante dell’Europa: la pace. In nome dell’articolo 11 della nostra Costituzione; in nome di papa Francesco che ogni giorno invoca la pace come mai nessun papa. In nome delle centinaia di migliaia di vittime che hanno lasciato la vita su campi di battaglia che sognavamo di non vedere più dopo la II guerra mondiale.

Su queste basi condanniamo l’aggressione russa all’Ucraina come abbiamo condannato ieri le guerre e le aggressioni fatte dall’Occidente.

Condanniamo tutti i terrorismi, le stragi del 7 ottobre contro il popolo israeliano e il massacro in atto del popolo palestinese e la politica di annientamento del governo israeliano a Gaza. Massacri e guerre di una escalation che nessuno vuole fermare. Ogni giorno aumentano i rischi della terza guerra mondiale aperta e atomica. Ormai ne parlano come nemmeno nel periodo della guerra fredda.

Mai, sul mondo, nubi così minacciose di una guerra mondiale. I sonnambuli non le vedono, come nel 1914. Il sonno della ragione porta alla guerra; oscura la ragione e le ragioni della pace.

Le propagande dettano legge. I popoli soffrono, i guerrafondai guadagnano soldi e potere. Nel 2022 secondo il Sipri di Stoccolma è stato raggiunto il massimo storico delle spese militari nel mondo, oltre 2.200 miliardi di dollari; l’Italia 29 miliardi. Tutti denari levati alla scuola, alla sanità, alla lotta alla fame, alla cura del Pianeta. Non bisogna rassegnarsi alla guerra, né assuefarci. Ribelliamoci alla guerra. Sosteniamo i costruttori di pace. Riprendiamoci il diritto di dire la nostra, anche su questioni vitali come la guerra. L’attività più stupida, più criminale e inutile che può fare l’essere umano.

Capirlo dopo non serve a niente. Pensiamoci prima. Ognuno può fare qualcosa. Indirizziamo intelligenza e volontà per salvare il Pianeta e abolire la guerra. Solo la mobilitazione dell’opinione pubblica e dell’umanità di buona volontà può spingere i potenti a fermare la corsa verso l’abisso. Ripensiamo ad un coerente uomo di pace che tanto manca al pacifismo italiano, Gino Strada, medico e fondatore di Emergency: “Eliminare l’ipotesi della guerra dagli strumenti che regolano la convivenza umana è la scelta più razionale, realistica e sicura per i cittadini del pianeta, ma non possiamo aspettarci che lo facciano i Parlamenti del mondo, che hanno sempre e comunque votato a favore della guerra. Dovremo impegnarci noi in prima persona per buttare la guerra fuori dalla storia […]” (Gino Strada, Una persona alla volta, pagg. 89 e 91).

Ripensiamo all’Appello Russell-Einstein del 9 luglio 1955: “In questa occasione parliamo non come membri appartenenti a questo o quel Paese, continente o credo politico o religioso, ma come esseri umani, la possibilità di sopravvivenza dei quali viene oggi messa in dubbio… Ricordate la vostra umanità e dimenticate tutto il resto…”.

Riscopriamo Erasmo e Kant, Bertha Von Suttner e Rosa Luxemburg, Romain Rolland e Lev Tolstoj, Giacomo Matteotti e Maria Goia.

Studiamo il grande patrimonio di testi e autori, esempi, contro la guerra, anche per cercare luci e supporto all’impegno in questi bui momenti. Non dimentichiamo Hiroshima e Nagasaki e il lavoro degli Hibakusha e la storia novecentesca dei tentativi internazionali di vietare la guerra. Non scordiamo che anche negli anni più bui della guerra fredda in Europa ci furono leader come Olof Palme e Willy Brandt che agirono per la pace e qui si tenne la Conferenza per la pace e la sicurezza (Helsinki, 1975).

Non c’è solo la cultura della guerra e della sua ineluttabilità. Basta col pensiero unico della guerra, sempre potentissimo, ma incapace di risolvere problemi e controversie e produttivo di morte per molti e ricchezza per pochi. Facciamo circolare i pensieri e le parole di pace di chi ci ha preceduto ed ha lottato contro la guerra. Come nel 1991, come nel 2003, come negli anni ’80 contro gli euromissili dell’Est e dell’Ovest, come negli anni ’60 contro la guerra nel Vietnam, facciamo in modo che da ogni angolo del Paese salga un grido di pace e travolga irresponsabili e guerrafondai.

Su queste basi, da Rovereto città della pace, chiediamo a tutti i Comuni del Trentino e al consiglio provinciale; a tutti i parlamentari della Provincia, di prendere posizione contro lo strumento guerra, per il rispetto dell’articolo 11 della Costituzione; perché il mondo fermi i massacri a Gaza e in Ucraina con il cessate il fuoco e immediati negoziati sotto l’egida delle Nazioni Unite.

Auspichiamo e proponiamo che da ogni organismo collettivo, da ogni fabbrica, da ogni scuola, da ogni Università si alzino identiche voci per la pace e per la vita. Persone per la pace.

Rovereto, 2 marzo 2024

Primi firmatari: Francesco Pugliese, Luisa Zanotelli, Laura Vieste, Carmen Simoncelli, Angelo Bertucci, Flaminia Carbonaro, Giulia Martini, Enzo Tranquillini.

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