Val di Fiemme / Fauna

Il lupo inseguito dallo sciatore in pista a Pampeago: interviene anche "l'avvocata degli animali"

Giada Bernardi comunica di aver depositato alla Procura della Repubblica di Trento una denuncia sull'episodio di due giorni fa sul quale si è già mosso anche l'Enpa. "Esecrabile e crudele la condotta dello sciatore, denota totale mancanza di rispetto per realizzare un video a caccia di like sui social", scrive la nota legale romana che rappresenta l'associazione "Zampe che danno una mano"

IL FATTO Pampeago, sciatore insegue un lupo che si schianta contro le reti
FASSA Il lupo passeggia tranquillo sulla pista da fondo fra gli sciatori
ASSOCIAZIONI «Sui lupi i comuni devono informare la popolazione»
TRENTO Stabile un branco di lupi: parla l'esperta del Muse

TRENTO. Interviene anche la nota avvocata romana Giada Bernardi, fondatrice dello studio legale Giustizia animale, sulla incresciosa vicenda dello sciatore che insegue un lupo spaventato lungo una pista da sci di Pampeago (val di Fiemme): una fuga disperata (nella foto) che finisce con uno schianto contro le reti di protezione. L'episodio è oggetto anche di una denuncia formale presentata dal'Ente naizonale protezione animali (Enpa).

L'avvocata (qui sopra nel riquadro sulla foto del lupo) comunica che, per conto dell'associazione di volontariato animalista Zampe che danno una mano Odv, ha depositato alla Procura della Repubblica di Trento una denuncia sull'episodio.

"Una denuncia - spiega l'avvocata - nei confronti dello sciatore - allo stato ignoto - che il 16 febbraio scorso inseguiva un lupo lungo una pista da sci in Panpeago terrorizzandolo, facendogli finire la fuga contro le reti di protezione poste sul lato sinistro della pista. Per poi allontanarsi.

Esecrabile e crudele la condotta dello sciatore, che integra il reato di cui all’art. 544 ter cp unitamente alla violazione della Direttiva Habitat  - recepita dall'Italia con Dpr dell'8 settembre 1997, n. 357, che inserisce il lupo negli allegati B e D, proibendone la cattura, l'uccisione, il disturbo, la detenzione, il trasporto, lo scambio e la commercializzazione - e denota, ancora una volta, la totale mancanza di rispetto nei confronti della fauna selvatica, pur protetta e patrimonio dello Stato.

Lo sciatore, infatti, ha volutamente e deliberatamente inseguito l’animale, terrorizzandolo costringendolo ad una fuga ad elevata velocità fino allo schianto contro le protezioni della pista. Per realizzare un video da postare in rete con il fine di ottenere, con ogni evidenza, dei like sui suoi profili social".

 

Nella nota diffusa alla stampa, l'avvocata Giada Bernardi menziona poi uno studio svolto in America, secondo il quale l’aumento della popolarità sui social network stimola nel soggetto la produzione di dopamina e quindi gli utenti "sono sempre più alla ricerca di situazioni che possano suscitare clamore, spesso ponendo in atto maltrattamenti ed uccisioni di animali filmati e mandati in rete".

Purtroppo, osserva Bernardi, quello contro il lupo in val di Fiemme "è solo l'ultimo di una tristemente lunga e nota lista di episodi".

 

Un fenomeno da contrastare attivamente, conclude l'avvocata, "iniziando a insegnare agli abitanti dei territori e ai turisti occasionali il rispetto per gli animali selvatici e a non nuocere loro". Questo va fatto da parte delle autorità, insiste Bernardi, "invece che alimentare campagne di odio e adottare provvedimenti di abbattimento nei confronti di creature che altro non fanno se non essere animali nel loro habitat, dove l'uomo troppo spesso si comporta da padrone, dimenticando di essere solo un ospite".

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