Storia / La ricorrenza

Giorno del Ricordo, consegnata alla famiglia di Aldo Rensi la medaglia alla memoria. Tensione con gli animalisti

Il sindaco di Trento: «Abbandonate le posizioni aprioristiche che ci impediscono di vedere e spiegare la realtà per rendere giustizia alle vittime, pacificare il ricordo e insieme la nostra quotidianità». Sugli insulti rivolti dagli animalisti in corteo a Fugatti (stamane era alla cerimonia di Rovereto), durante la posa della corona nel pomeriggio: «Un segno di incuranza, sarebbero bastati pochi minuti di rispetto e silenzio»

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TRENTO. Ricorre oggi, sabato 10 febbraio, il Giorno del Ricordo istituito nel 2004 per commemorare la tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata. Anche in Trentino sono state organizzate diverse iniziative.

A Trento la cerimonia ufficiale è iniziata in Largo Pigarelli, con la deposizione di una corona sulla targa commemorativa. Erano presenti le autorità e una rappresentanza degli esuli giuliano-fiumano-dalmati. Poco dopo, nella sala di rappresentanza di palazzo Geremia si è tenuta la cerimonia istituzionale, durante la quale sono intervenuti il sindaco di Trento Franco Ianeselli, l'assessore provinciale Achille Spinelli, il vicario del prefetto Massimo Di Donato, il presidente del comitato provinciale di Trento dell'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Roberto De Bernardis e la ricercatrice Fondazione Museo storico Elena Tonezzer.

Tullio Rensi e Marco Rossi hanno ricevuto la medaglia concessa dal presidente della Repubblica alla memoria del padre e del nonno Aldo Rensi, che il 15 maggio del 1944 fu prelevato dalla sua casa di Pedena, in Istria, dalle milizie di Tito per poi sparire nel nulla.

«Abbandonate le posizioni aprioristiche che ci impediscono di vedere e di spiegare la realtà, forse potremo aumentare il nostro grado di comprensione, rendere giustizia alle vittime, pacificare il ricordo e insieme la nostra quotidianità - ha detto Franco Ianeselli, sindaco di Trento - solo così la memoria potrà diventare non uno sterile, infinito duello tra due tesi contrapposte, ma una ricerca di senso capace di entrare in relazione con quanto stiamo vivendo. Una memoria che salva, che ci rende più liberi e migliori».

«Faremo di tutto - ha aggiunto l'assessore provinciale, Achille Spinelli - per promuovere una conoscenza adeguata. Per risarcire con la solidarietà e la vicinanza delle istituzioni coloro che hanno subito violenze e privazioni. Per garantire che non sia solo nel Giorno del ricordo l'occasione per dedicare attenzione a questo tema, considerandolo cruciale per la nostra storia nazionale e per quella europea».

Durante la deposizione della corona commemorativa però, si è verificato un momento di tensione: gli insulti gridati contro il presidente Maurizio Fugatti dal corteo animalista (bloccato dalle forze dell’ordine in tenuta anti-sommossa), sono arrivati in largo Pigarelli; gli animalisti pensavano vi fosse anche il governatore. Sono durati poco, ma sufficientemente per destare sconcerto. Ianeselli: «Stiamo ricordando i morti trucidati, esuli e sofferenze enormi. Data la commemorazione avrebbero dovuto spostarsi. È stato un segno di incuranza, sarebbero bastati pochi minuti di silenzio e rispetto». 

Questa mattina invece, a Rovereto, da don Giuseppe Mihelcic ha celebrato la messa commemorativa nella chiesa di Santa Caterina. Durante l’evento sono intervenuti la sindaca di Rovereto Giulia Robol, Roberto De Bernardis, presidente dell'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia-Comitato provinciale di Trento, Massimo Di Donato, vice prefetto vicario del Commissario del governo della Provincia di Trento e il presidente della Provincia Maurizio Fugatti. Terminata la celebrazione, in largo "Vittime delle Foibe" è stata posta una corona di fronte alla lapide commemorativa.

«In questo importante momento richiamiamo alla memoria la sofferenza, la morte e l’oblio subiti da un’area a noi vicina e legata. Ricordiamo l’esodo, lo sradicamento dalla propria terra ma anche un periodo lunghissimo durante il quale non si sono fatti i conti col passato. L’oblio porta i sopravvissuti a sentirsi nessuno, a non avere quel senso di umanità che, al contrario, è da porre costantemente al centro delle agende politiche e sociali» ha evidenziato la sindaca Robol.

«La storia è fatta di conquiste e chi esce vincitore da un conflitto ha, per forza di cose, sopraffatto qualcun altro, talvolta arrivando a negarne anche la cultura. Ma il nostro territorio è terra di confine ed è stato dunque, per sua natura, anche terra di incontro. Anche per questo Rovereto è Città della Pace: una parola che non è vuota e che, al contrario, è un termine molto faticoso, se lo si vuole praticare davvero» ha aggiunto.

«Siamo fortunatamente inseriti in un lungo periodo di costruzione di democrazia e collaborazione, ma non possiamo nasconderci che fortissime tensioni sono tuttora presenti: penso alla nostra Europa ma anche a quanto succede nei mari. Impegnarsi per la Pace significa cercare soluzioni. Se il vissuto degli altri diventa anche nostro, allora possiamo diventare davvero protagonisti e fautori della pace» ha concluso la prima cittadina roveretana.

«Per Rovereto, quello di oggi rappresenta un momento di particolare importanza - ha spiegato il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti - qui risiedono molte persone provenienti dai territori coinvolti, le quali nel corso del tempo hanno contribuito alla crescita della comunità roveretana. La legge approvata nel 2004 ha voluto abbattere il muro del silenzio che per troppo tempo ha impedito di narrare gli avvenimenti. È fondamentale che le istituzioni si impegnino su questa strada: è cruciale ricordare soprattutto alle giovani generazioni gli effetti tragici che possono derivare dai regimi totalitari».

«Il Trentino, in quanto territorio di confine, deve fare ancora di più questa operazione di ricordo. Lo stiamo facendo nelle scuole. Proprio qui a Rovereto, all’istituto don Milani, nei prossimi giorni vi sarà un momento proposto in collaborazione con la Fondazione Museo storico del Trentino. Personalmente, nel 2020, ho visitato il monumento della foiba di Basovizza, mentre nel 2021 abbiamo deciso di conferire l'Aquila di San Venceslao all'Associazione Venezia Giulia Dalmazia, riconoscendo il ruolo prezioso che essa svolge nel mantenere vivo il ricordo di queste vicende. Le istituzioni giocano un ruolo centrale in questo processo, e giornate come questa sono fondamentali per mantenere viva la memoria». 

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