Alloggi / Il caso

L'Itea piena di case sfitte, ma sfratta chi non riesce a pagare le esorbitanti spese condominiali

Raffica di lettere, nel Comune di Trento e in Valdadige: «Gente in difficoltà per le “bollette pazze”, ma l’Istituto agisce da burocrate, qui sarà una bomba sociale»

TRENTO. L’allarme viene dal consigliere provinciale del PD Paolo Zanella, in una interrogazione: l’Itea ha inviato in questi giorni le lettere di sfratto a quegli inquilini che, a causa del rialzo esorbitanti dei costi, non sono riusciti a pagare le spese condominiali.

Scrive Zanella: «risulta allo scrivente che in questi giorni ITEA S.p.A. stia inviando diverse lettere al Comune di Trento e alle Comunità di valle (e per conoscenza a inquilini/e) per segnalare la violazione del comma 1, lettera c, dell'articolo 9 della legge provinciale n. 15/2005, rispetto a gravi violazioni delle condizioni contrattuali di alcuni inquilini/e. Si tratterebbe delle morosità nel pagamento dei canoni di locazione e accessori (spese condominiali) per un importo superiore a tre mensilità, per cui ITEA S.p.A. avvisa gli enti locali per procedere

alla revoca del provvedimento di assegnazione dell'alloggio.

Peccato che dette morosità, nella stragrande maggioranza dei casi, siano incolpevoli, dovute all'impossibilità di far fronte a spese condominiali esorbitanti da parte di chi ha un reddito modesto, che appunto dà accesso all'edilizia popolare (parliamo spesso di famiglie monoreddito o con pensioni minime che si sono viste recapitare spese condominiali anche superiori a 10.000 euro; già con l'interrogazione n. 92/XVII il sottoscritto chiedeva chiarimenti alla Giunta rispetto

agli approfondimenti che l'ex Presidente di ITEA si era impegnata a fare per capire le ragioni di aumenti di tale entità, approfondimenti dei quali non si è più saputo nulla.

Aumenti sproporzionati che si sono verificati solo nei condomini misti (ITEA S.p.A. proprietari privati) e non in quelli totalmente di ITEA S.p.A. e per questo presumibilmente attribuibili al diverso contratto calore stipulato, evidentemente fortemente svantaggioso. Stipula del contratto calore - spesso con Comat Servizi Energetici S.p.A. - deliberata dall'assemblea di condominio con il voto favorevole di ITEA S.p.A.; assemblee condominiali dalle quali pare che i locatari di ITEA S.p.A. vengano sistematicamente esclusi pur avendo diritto di voto sul riscaldamento, come prevede l'articolo 10 della legge n. 392 del 1978: "Il conduttore ha diritto di voto, in luogo del proprietario dell'appartamento locatogli, nelle delibere dell'assemblea condominiale relative alle spese e alle modalità di gestione dei servizi di riscaldamento e di condizionamento d'aria".

Gli inquilini non sono nemmeno stati interpellati prima delle assemblee condominiali con le proposte contrattuali e non pare non abbiano mai visto il

contratto calore votato in assemblea condominiale; risulta inoltre allo scrivente che nello scorso autunno in almeno due assemblee condominiali in condomini misti a Rovereto, la stessa ITEA S.p.A. in un caso si sia astenuta nella votazione del bilancio consuntivo 2021-2022 (già rinviata la votazione mesi prima per approfondimenti), chiedendo ulteriori chiarimenti alla società di gestione del riscaldamento rispetto a fatture, riconteggi e approfondimenti tecnici, e nell'altro ha votato a favore di ulteriori approfondimenti sui consumi, bloccandone l'approvazione del bilancio consuntivo 2021-22 assieme agli altri proprietari (e portando al rinvio della discussione su quello 2022-23 e del preventivo 2023-24);

alcune lettere – dice Zanella – per chiedere la revoca del provvedimento di assegnazione

dell'appartamento per morosità sono arrivate proprio a inquilini/e che abitano nei

condomini dove ITEA S.p.A. si è astenuta in sede di approvazione del bilancio consuntivo per la necessità di ulteriori chiarimenti. Siamo al paradosso per cui il proprietario sfratta un inquilino per morosità dovuta all'incapacità di far fronte a spese esorbitanti sulla cui entità lui per primo non ha chiarezza ed esprime perplessità;

Comuni e Comunità di valle non vengono avvisati da ITEA S.p.A. quando un inquilino inizia ad essere moroso, ma vengono allertati solo per procedere allo sfratto quando il debito cumulato è insostenibile. Se gli enti locali assegnatari venissero avvisati prima potrebbero dare in carico ai servizi sociali di approfondire le ragioni della morosità e capire come intervenire in sostegno delle famiglie prima che sia tardi. Su questo da anni propongo l'istituzione di un fondo per le morosità incolpevoli nel pagamento di affitto o utenze;

molti inquilini, infatti, sono riusciti a pagare solo una parte di spese condominiali, e per questi non è sostenibile nemmeno la rateizzazione che ITEA S.p.A. propone, perché la rata andrebbe a sommarsi alle spese dell'anno in corso, comunque ancora elevate, e insostenibili a fronte di redditi bassi (con l'aumento del costo dell'energia, anche la quota di spese energetiche andrebbe commisurata all'ICEF);

comunque pare che il Comune di Trento e le Comunità di valle - in attesa di risposte da parte di ITEA S.p.A., come il sottoscritto e come i comitati e i sindacati che si sono interessati al caso, sulle ragioni di questi aumenti spropositati delle bollette – giustamente non procederanno alle revoche, a tutela degli/delle inquilini/e; è evidente, infatti, che se si procedesse agli sfratti come da mandato dell'asettica e burocratica società ITEA S.p.A., scoppierebbe una bomba sociale, vista la situazione socio-economica e le enormi difficoltà nell'accesso alla casa sul libero mercato. Per questo servono soluzioni per evitare gli sfratti di chi, senza colpa, non ha potuto far fronte alle "spese pazze" delle bollette energetiche».

Tutto ciò premesso «si interroga l'assessore alle Politiche per la casa per sapere

• se è al corrente che ITEA S.p.A. sta inviando a Comuni e Comunità di valle le

lettere per procedere alla revoca dei provvedimenti di assegnazione per quegli

inquilini morosi a causa dell'impossibilità di pagare spese condominiali esorbitanti e sproporzionate rispetto alla capacità di spesa di chi si è visto assegnato un alloggio popolare;

• quanti sono i casi di morosità per mancato pagamento delle spese condominiali,

suddivisi per Comunità di valle;

• cosa intenda fare la Provincia per evitare che persone impossibilitate a pagare

spese condominiali di questa entità vengano sfrattate;

• se non pensa sarebbe utile che ITEA S.p.A. avvisasse gli enti locali assegnatari

degli alloggi delle morosità degli inquilini appena queste si verificano, in moda da

poter far intervenire i servizi sociali nel comprendere le ragioni e capire come poterli supportare, magari istituendo un fondo provinciale per le morosità incolpevoli;

• se non ritenga opportuno che le spese energetiche per famiglie a basso reddito,

tale da aver accesso all'edilizia popolare, dovrebbero essere anch'esse

commisurate all'ICEF;

• se è stata chiarita con ITEA S.p.A. la natura degli aumenti delle spese condominiali di questa entità;

• se è a conoscenza del fatto che gli inquilini di ITEA S.p.A. non vengono convocati nelle assemblee condominiali dove per legge avrebbero il diritto di partecipare ed esprimere il voto per quanto riguarda il riscaldamento;

• se è a conoscenza del fatto che in alcuni condomini misti (ITEA S.p.A. + altri

proprietari privati), la stessa ITEA S.p.A. in sede di votazione del bilancio consuntivo ha temporeggiato chiedendo ulteriori chiarimenti alla società di gestione del riscaldamento su fatture, ricalcoli e approfondimenti tecnici» termina 

Paolo Zanella.

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