Emergenza / Il caso

Frana della Valsugana, al lavoro i tecnici, anche sulla ferrovia, ma piovono massi anche sulla ciclabile

Dopo quell0 di San Marino, un nuovo smottamento sul versante opposto, nella zona del Cornale, del comune di Enego: pista chiusa

REPORTAGE La frana di San Marino che divide Trentino e Veneto

VALSUGANA. Non bastava l’enorme frana caduta 14 giorni fa sulla statale 47 e sulla ferrovia, a limitare fortemente le comunicazioni tra Trentino e Veneto lungo la Valsugana, anche se è di ieri l’ordinanza che alleggerisce il blocco (articolo a destra). Mercoledì 24 gennaio, nel pomeriggio, dal versante opposto a quello del monte Grappa da cui massi e terra si sono staccati il 12 gennaio, è scesa infatti un’altra frana.

La pista ciclabile che collega Trento a Bassano nel tratto della località Piovega di Sotto, in prossimità della frazione Cornale, è stata investita da un masso di grandi dimensioni, da sassi e terriccio caduti poco prima della piccola galleria aperta che protegge il tracciato in quel punto. Mentre altri massi si sono fermati a mezza costa.

Il tratto interessato ricade all’interno del comune di Enego e, per garantire la sicurezza, il sindaco Marco Frison ha immediatamente emanato un’ordinanza di chiusura fino a data da destinarsi tra Piovega e il ponte di Primolano. È il terzo o quarto cedimento importante che interessa la ciclabile in territorio vicentino: nel 2012, all’altezza di Pianello, uno smottamento aveva investito la pista e costretto a una prima chiusura. Poi, nel 2018, sempre di fronte all’abitato di Primolano, il cedimento più grave: dalla montagna si erano staccati oltre 40mila metri cubi di roccia. 

Intanto proseguono gli interventi di Rete ferroviaria italiana (Rfi) per il ripristino dei danni provocati dalla frana che lo scorso 12 gennaio ha danneggiato la ferrovia tra Bassano e Primolano, lungo la linea Trento - Bassano. L'urto della frana - ricorda Rfi in una nota - ha provocato ingenti danni alle infrastrutture. Rfi si è attivata fin da subito per attuare gli interventi necessari a mettere in sicurezza l'area: la prima fase dei lavori prevede la caratterizzazione geologica con droni del versante di montagna.

Sulla base dei dati rilevati e analizzati, nei prossimi giorni le squadre di rocciatori, già operative subito dopo la frana nei punti più accessibili, inizieranno attività di messa in sicurezza della parete rocciosa. L'ultima fase dell'intervento - si legge nella nota di Rfi - è dedicata alla realizzazione di un accesso utile per raggiungere la sommità della montagna e pulire il versante dai detriti con l'utilizzo di una pala meccanica e all'installazione di una rete paramassi.

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