Giustizia / Il caso

Trento, al via procedimento per l'istanza di revisione della sentenza sull'omicidio Pamio

Per gli avvocati di Monica Busetto c'è un contrasto di giudicati

TRENTO .Si è aperto di fronte alla Corte di appello di Trento, presieduta da Gabriele Protomastro, il procedimento per l'istanza di revisione della sentenza di condanna a 25 anni di reclusione di Monica Busetto per omicidio volontario e furto ai danni di Lida Taffi Pamio, uccisa a Mestre il 20 dicembre 2012.

La richiesta è stata presentata dai legali di difesa della donna - gli avvocati Alessandro Doglioni e Stefano Busetto - per contrasto di giudicati in relazione alla condanna di Susanna Lazzarini per lo stesso delitto. Secondo la Procura generale non ci sarebbero gli estremi per la revoca della sentenza condanna, in quanto le nuove prove non porterebbero in ogni caso al proscioglimento dell'imputata.

Di contro, gli avvocati della difesa hanno rilevato come la Lazzarini si sarebbe intestata l'intera responsabilità del fatto durante gli interrogatori e come l'azione omicida e il movente a carico di Busetto non sarebbe compatibile con la ricostruzione effettuata.

L'udienza è stata aggiornata al prossimo 20 marzo, alle ore 13. Qualora la Corte dovesse accogliere l'istanza, Busetto verrebbe scarcerata.

Lida Taffi Pamio, 87 anni, era stata trovata morta nel suo appartamento al civico 13 di via Vespucci a Mestre, dove abitava da sola. Un delitto brutale: l'anziana venne soffocata con della carta e con il cavo del decoder, quindi venne poi colpita alla testa con un corpo contundente e pugnalata sei volte con quattro coltelli diversi.

A livello giudiziario la vicenda si è conclusa con la condanna definitiva a 25 anni di detenzione della vicina di pianerottolo, Monica Busetto, e con 20 anni di reclusione per Susanna Lazzarini, figlia di un'amica della vittima.

Lazzarini è stata condannata nel 2016 a 30 anni di reclusione anche per l'omicidio di Francesca Vianello, 81 anni, strangolata con un cordino nel suo appartamento in Corso del Popolo, sempre a Mestre, il 29 dicembre 2015. Ora la richiesta di revisione da parte dei legali di Busetto, secondo i quali, le sentenze di condanna delle donne sarebbero in contrasto tra loro. (ANSA).

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