Animali / Il caso

Rambo, il cane da pastore ucciso da una fucilata? Il padrone indaga ed è pronto a fare denuncia

Il cane era scomparso il 30 dicembre, in località Pianezze: ritrovato morto con ferite alla pancia. Giorgio Torghele: «Ho speso 300 euro di autopsia, poi sporgerò la querela»

di Marica Viganò

SCURELLE. Il cane Rambo, un bellissimo esemplare di pastore del Lagorai di due anni (foto), è stato trovato morto nel bosco, sotto un capanno di caccia, a cinque minuti di cammino dalla casa dei proprietari, in località Pianezze a Scurelle.

«Era scomparso il 30 dicembre: lo avevamo mandato a cercare una mucca che si era allontanata dal pascolo - spiega Giorgio Torghele, che con la famiglia gestisce un'impresa edile e un allevamento - Fin da piccolo lo abbiamo addestrato a darci una mano nella gestione delle bestie. Proprio quel giorno si è sentito uno sparo. Rambo, invece, lo abbiamo trovato il 3 gennaio. Era morto».

Il veterinario a cui è stato portato il cane ha notato una bruciatura all'inguine. «Al 90% è stato colpito alla pancia. Su consiglio del veterinario abbiamo deciso di fare l'autopsia: il cane è stato portato in una clinica di Verona specializzata in questo tipo di accertamenti e in balistica. Paghiamo di tasca nostra 300 euro per questi esami, ma cerchiamo la verità. Non appena avremo l'esito presenteremo denuncia ai carabinieri» precisa Torghele.

A rendere pubblica la triste fine di Rambo è stata l'associazione Pluto di Borgo Valsugana che, con il presidente Giorgio Nicoli, da alcuni decenni sul territorio dialoga con i servizi veterinari, con le istituzioni e soprattutto con i privati, per cercare di trovare soluzioni al problema dell'abbandono dei cani e, in genere, per "dare voce" a tutti gli animali indifesi. Era stata proprio l'associazione Pluto a divulgare via social l'appello per la scomparsa di Rambo.

«Se il cane è morto per uno sparo, significa che qualcuno gira armato sparando a tutto ciò che si muove, anche in prossimità delle case, dunque è pericoloso anche per le persone oltre che per gli animali - è la riflessione di Nicoli - Ricordiamo a tutti di segnalare se si è a conoscenza di casi simili accaduti in passato. Ci auguriamo che la giustizia faccia il suo corso». 

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