Politica / Elezioni

Lo spoglio: Fugatti vola sopra il 50 per cento, Valduga staccato di 14 punti

Con oltre la metà delle sezioni scrutinate, la situazione dei partiti al momento è la seguente: Pd primo partito, testa a testa tra Lega e Fratelli d'Italia. Sfiora il 10 la lista del presidente. Sono andate a votare 257.914 persone, circa 17.000 in meno rispetto alle provinciali del 2018.

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TRENTO. Primi risultati delle Provinciali. Con 291 sezioni scrutinate su 527, è in netto vantaggio il centrodestra di Maurizio Fugatti con il 51,6;  Francesco Valduga, candidato del centrosinistra, è al 37,5%, staccato al momento di 14 punti. Seguono: Filippo Degasperi 3,9%;  Sergio Divina 2, 35: Marco Rizzo 2,21. Sotto il 2% Alex Marini (1,85%) e Elena Dardo 0,46.

Per quanto riguarda i partiti al momento (239 su 527 sezioni): Pd  primo partito 15,75, Lega 13,27%, FdI 12,38%, Noi Trentino per Fugatti presidente 10.42%, Campobase 8,03, Patt 7,85, La Civica 4,8

LE LISTE. Con 239 sezioni scrutinate su 527, la situazione dei partiti è la seguente: 

Partito democratico 15,91%

Lega 13,19

Fratelli d'Italia 12,36

Noi Trentino per Fugatti 10,43

Campobase 8,10

Patt 7,92

La Civica 4,77

Casa Autonomia 4,30

Verdi e sinistra 3,07

Democrazia sovrana popolare 2,21

Onda 2,33

Forza Italia 1,95

Movimento 5 Stelle 1,82

Fascegn 2,54

Azione 1,41

Italia Viva 1,22

Alternativa popolare 1,0

Noi con Divina presidente 0,81

Fassa 2,10

Udc 0,58

Unione popolare 0,46

Alternativa 0,44

Giovani per Divina presidente 0,24

La me val 0,85

Sono andate a votare 257.914 persone, circa 17.000 in meno rispetto alle provinciali del 2018. E il calo è ancora più secco, oltre dieci punti percentuali, rispetto alle politiche di appena un anno fa quando il 69,59% dei trentini era andato alle urne; e pensare che in quell'occasione c'era stato un tracollo rispetto alle politiche di quattro anni prima di oltre 10 punti.

Il disamoramento dei cittadini nei confronti della politica e delle istituzioni è particolarmente marcato in alcune zone della provincia, come il Basso Sarca e la Val di Fiemme. In Alto Garda e Ledro in particolare solo poco più della metà degli aventi diritto lo ha esercitato: sono andate a votare poco più di 21mila persone, pari al 51,04%; non che nel 2018 l'entusiasmo fosse alle stelle ma il calo è comunque marcato, oltre sei punti percentuali. 

E in questa assenza di impegno e partecipazione si distingue in particolare Riva del Garda che con un disastroso 47,05% è il comune a maggior astensionismo, seguito a ruota da Arco con il 49,49%.Altre comunità fredde nei confronti del voto sono la Val di Fiemme, col 52,66% di votanti e con Panchià e Valfloriana sotto la metà, il Primiero (55,24%) e la Val di Fassa, trascinata in basso in particolare da Moena (49,86%). Affluenze più incoraggianti e tenuta del voto sostanziale in Val di Sole (64,90%), dove quasi due elettori su tre si sono recati alle urne, e la Paganella (63,14%), unica Comunità di valle ad aumentare, seppur di poco, l'affluenza rispetto a cinque anni fa.

I campioni di partecipazione sono tutti paesi piccoli come il giudicariese Borgo Lares (73,68%), i nonesi Campodenno (76,39%) e Sporminore (72,35%), il solandro Cavizzana (71,01%), i comuni mocheni di Frassilongo e Fierozzo (oltre il 73%) e soprattutto Castel Condino che si conferma al primo posto col 79,02% di votanti, qualcuno in più rispetto a cinque anni fa.Il calo di affluenza generale rispecchia quello che si è registrato nelle città e nei maggiori centri della provincia.

A Trento si è recato alle urne un 7 e mezzo per cento in meno di aventi diritto, a Rovereto il calo è stato di quasi quattro punti, a Pergine Valsugana di 5 punti e mezzo, a Riva del Garda e Arco, che già partivano da posizioni più basse, crolli attorno all'8 per cento. F.G.

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