Giovani / Giustizia

Perde il figlio in un incidente e la nuora le impedisce per 10 anni di frequentare le bimbe

Ora, grazie al Tribunale per i minorenni, inizierà un percorso di riavvicinamento alle minori e alla loro mamma. La signora, nonostante abbia tentato più volte nel corso degli anni a parlare con la nuora, a farla ragionare sull'importanza di tenere i legami con la famiglia paterna, ha dovuto rivolgersi ad un avvocato per far valere le sue ragioni

TRENTO. «Vivo solo per rivedere le mie nipoti. Loro sono l'unica ragione di vita da quando mio figlio non c'è più»: sono le parole di una nonna, che da dieci anni lotta per poter riprendere i contatti con le bambine, diventate ragazze, dopo la scomparsa del loro papà in un incidente stradale. Ora, grazie al Tribunale per i minorenni di Trento, inizierà un percorso di riavvicinamento alle minori e alla loro mamma. La signora, nonostante abbia tentato più volte nel corso degli anni a parlare con la nuora, a farla ragionare sull'importanza di tenere i legami con la famiglia paterna, ha dovuto rivolgersi ad un avvocato per far valere le sue ragioni. «Prima della morte di mio figlio, avevo ottimi rapporti con le mie nipoti. Da quando mio figlio non c'è più i rapporti si sono interrotti non per mia volontà - ha spiegato la donna in una memoria scritta - L'unico desiderio che ho prima di morire è di rivedere le mie nipoti».

La signora ha perso il figlio, allora venticinquenne e diventato da poco padre di due bimbe, in un incidente stradale. Alla tragedia per la morte improvvisa del giovane si aggiunse il dolore per la separazione dalle sue nipotine: la nuora decise di lasciare l'appartamento in cui viveva con il marito e che si trovava vicino a quello della famiglia di lui, per trasferirsi in un'altra abitazione ad una manciata di chilometri di distanza. Il trasloco della nuora e delle bambine coincise con il distacco tra le due famiglie.

La nonna, trovando sempre chiusa la porta di casa della nuora, impossibilitata ad aver qualsiasi tipo di contatto, pur di vedere le nipotine le aspettava vicino alla fermata dell'autobus e le salutava mentre andavano a scuola. Aveva il timore, dato il prolungato distacco, che le bambine crescendo non la riconoscessero più. Attraverso un avvocato, la signora si è rivolta al tribunale per i minorenni di Trento. Agli atti c'è una memoria scritta di suo pugno, in cui esprime il desiderio di donare alle nipoti il ricavato della vendita di un immobile di sua proprietà, spiegando di non avere altri risparmi e di voler destinare alle ragazze «i soldi che sarebbero serviti per il figlio deceduto».

La signora inoltre si è detta «disposta ad intraprendere un percorso di riconciliazione con l'aiuto delle assistenti sociali al fine di poter rivedere le nipoti». Nel ricorso l'avvocato ha chiesto che la donna possa vedere le ragazze due volte alla settimana, eventualmente alla presenza di assistenti sociali ed in orari compatibili con le esigenze delle nipoti e della madre.

Le ragazze sono state sentite e non hanno escluso del tutto la possibilità di intessere rapporti con la nonna paterna. Il ricorso, dunque, è stato accolto, dando incarico al Servizio sociale di monitorare la ripresa del rapporto tra le due famiglie. Il decreto, firmato dal presidente del tribunale per i minorenni Giuseppe Spadaro, è arrivato proprio nel giorno del compleanno del figlio scomparso: per la nonna, che in questo difficile percorso ha trovato conforto nella fede, è stato un segno del cielo.

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