Violenza / Il caso

Trento, picchia e maltratta per anni i genitori: arrestato un giovane, tra le vittime anche il fratello

Hanno cercato per nove anni di contrastare con il dialogo e la sopportazione una situiazione drammatica, dovuta anche a problemi di dipendenza da alcol e stupefacenti. Alla fine, si sono rivolti alle forze dell'ordine e al termine delle indagini della questura, l'uomo è stato incarcerato a Spini

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TRENTO. Hanno cercato per anni di contrastare con il dialogo e la sopportazione le sue inclinazioni violente. Nove lunghi anni, durante i quali un giovane, a causa anche di problemi di dipendenza da alcol e stupefacenti, a cadenza regolare insultava e maltrattava sia i genitori che il fratello maggiore. Alla fine, tuttavia, non hanno più resistito, anche perché negli ultimi mesi la violenza non era più rimasta a livello verbale e comportamentale, ma era sfociata in un crescendo senza inversioni di tendenza anche sul piano fisico, con ripetute percosse.

Padre, madre e fratello, nelle scorse settimane non hanno così avuto scelta: hanno denunciato il figlio e fratello, un ventisettenne che ora si trova in carcere a Spini.

Dopo che le vittime - una cinquantottenne, il marito sessantanovenne e il figlio trentaquattrenne, tutti residenti a Trento assieme al ventisettenne - si sono rivolte agli agenti della questura, gli accertamenti per trovare conferme del loro desolante racconto. Anche perché, purtroppo, il ventisettenne era già noto alle forze dell'ordine fin da minorenne, quando aveva già mostrato comportamenti aggressivi e infilato qualche precedente di rilevanza penale, tanto che era stato affidato anche ad alcune strutture protette per minori.

Percorsi che tuttavia non avevano migliorato la situazione, anzi: una volta raggiunta la maggiore età e lasciatosi alle spalle i periodi in comunità, il giovane era tornato in famiglia facendosi sempre più aggressivo: continui attacchi verbali, comportamenti svilenti della dignità dei genitori e del fratello.Il trascorrere del tempo aveva poi visto rendersi più complessa la situazione in famiglia, dato che madre e padre avevano iniziato ad evidenziare fragilità, con il figlio maggiore che si prendeva cura di loro.

Cambiamenti che non avevano però indotto il figlio minore a rivedere i suoi atteggiamenti, aggravandoli: anche e soprattutto per i motivi più risibili: minacciava di morte tutti i parenti, augurava loro di passare a miglior vita per poter poi danneggiare le loro tombe e così via. Rompeva stoviglie e suppellettili se i familiari non gli portavano il caffé in pochi minuti, danneggiava l'abitazione nei momenti d'ira, e così via. In un'occasione aveva addirittura rotto il televisore di casa con un pugno: trasformando l'invivibilità del clima domestico anche in un problema economico, dato che a causa delle sue intemperanze i familiari si vedevano costretti a continue riparazioni e acquisti.

Eppure, fratello e genitori avevano cercato di tenere testa al giovane, ma senza riuscirci. Sforzi vani che a lungo andare avevano indebolito anche le vittime. Negli ultimi mesi, poi, erano iniziate anche le percosse: le forze dell'ordine hanno raccolto una serie di episodi succedutisi dal marzo scorso fino a qualche giorno fa: a fine inverno al termine di una discussione con la madre, l'aveva afferrata per una spalla con tale vigore da renderle necessario il trasferimento al pronto soccorso per essere medicata; a fine marzo aveva poi schiaffeggiato ripetutamente il padre; a maggio aveva colpito con un pugno la madre facendola cadere dalla sedia e costringendola a tornare in ospedale; a maggio si era di nuovo scagliato contro il padre, sempre offendendo e dileggiando il fratello che si prendeva cura di loro.

Un quadro di fronte al quale la pubblico ministero Maria Colpani non ha esitato a chiedere l'emissione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, richiesta che il giudice per le indagini preliminari Enrico Borrelli ha subito accolto.

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