Politica / Il caso

Autarchia calcistica, Salvini ringrazia le squadre in campo solo con italiani: Feralpisalò, Südtirol e Cosenza

Nuovo affondo del vicepremier e leader leghista, in arrivo per una vacanza a Pinzolo, mentre nel governo resta la tensione sul libro con frasi discriminatorie scritto dal generale Vannacci, condannato dal ministro Crosetto e difeso dal vicepremier (e altri). Meloni tace ma aumentano le manovre di disturbo alla sua destra

GENERALE Libro con frasi omofobe e contro i migranti: Vannacci rimosso dall'incarico

ROMA. "Da tifoso di calcio, ma soprattutto da italiano, dico grazie a queste società". Così il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, in un post su Instagram dove riporta la notizia che i club calcistici di Serie B Feralpisalò, Südtirol e Cosenza, sono scesi in campo senza stranieri, nella prima giornata di campionato con 11 titolari italiani.

Da qui il plauso soddisfatto del leader leghista.

Salvini in questi giorni è al centro delle tensioni nella maggioranza per aver difeso apertamente il generale Roberto Vannacci (autore di un libro sotto accusa per contenuti omofobi e variamente discriminatori, contro migranti, ecologisti, femminsite...) che è stato invece severamente condannato dal ministro Crosetto.

Il leader della Lega è atteso in Trentino per un soggiorno di vacanza a Pinzolo, dove sabato parteciperà alla festa provinciale del partito. Qui, con il presidente della Provincia Maurizio Fugatti lancerà la campagna elettorale per il voto del 24 ottobre.

Salvini, che anche ieri ha annunciato la posa della prima pietra del ponte sullo Stretto ("fra un anno"), ha scatenato fibrillazioni nella maggioranza difendendo le opinioni del generale, accolte con calore negli ambienti dell'estrema destra. Mentre il ministro della difesa stigmatizzava il libro dell'ufficiale, il vicepremier solidarizzava con interventi sui social e anche con una telefonata di solidarietà al generale.

E in effetti la vicenda di Roberto Vannacci riene ancora banco. Ieri l'ha riaccesa lo stesso generale con un video nel quale parla della pallavolista Paola Egonu, rispolverando un vecchio bagaglio di idee che molti auspicano fosse finito nella soffitta della storia. Lo ha fatto, naturalmente, negando ogni intento discriminatorio: "Quando vedo una persona che ha la pelle scura non la identifico immediatamente come appartenente all'etnia italiana non perché sono razzista ma perché da 8mila anni l'italiano stereotipato è bianco".

Ed è subito polemica. Forse casualmente nella stessa giornata, a fare da contraltare alle parole di Vannacci, ci pensa il cardinale Matteo Zuppi che, ricordando don Minzoni, ripete che "il fascismo è disprezzo dell'altro e del diverso". Vannacci, nella sua video-intervista, dice anche: "Se si va in Papua Nuova Guinea e si chiede di disegnare una persona italiana la disegnano a con la pelle bianca". Non c'è nessun riferimento diretto al generale nel discorso del cardinale Zuppi, ma durante la messa ad Argenta - nel centenario del martirio di don Giovanni Minzoni - arriva l'affondo.

"Don Minzoni è stato ucciso dalla violenza fascista e dalle complicità pavide di chi non la contrastò. Fascismo, che assume colori diversi, sistemi e burocrazie di ogni totalitarismo e diversi apparati, significa il disprezzo dell'altro e del diverso, l'intolleranza, il pregiudizio che annienta il nemico, il razzismo raffinato o rozzo che sia, la violenza fisica che inizia sempre in quella verbale e nell'incapacità a dialogare con chi la pensa diversamente".

Da più parti sono arrivate, nei giorni scorsi, voci di condanna rivolte a espressioni su omosessualità, razza, diversità, etnia eccetera, da molti ritenute gravi e dannose per la costruzione di una società aperta e solidale, nella quale ognuno si senta pienamente cittadino, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, come recita la Costituzione.

E mentre il generale ribadisce di non escludere una sua discesa in campo, Francesco Storace smentisce di aver coordinato qualsivoglia operazione politica legata al generale dalle pagine del quotidiano Libero. "La realtà romanzata al mondo nel retroscena inventato è che 'oggi Alemanno e Storace vogliono cimentarsi in una nuova, perigliosa avventura'. Dove? Quando?". "Poi è da standing ovation la frase: 'Il libro di Vannacci lo avrebbe ispirato proprio Storace'. Manicomio". Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma e fondatore del neonato Forum per l'Indipendenza Italiana, aveva già spiegato che prendere le difese del generale è stato naturale, anche se non tutto quello che ha scritto sul suo libro "è condivisibile e appropriato".

Oggi di candidature di Vannacci non parla ma fa un passo avanti e avverte: "Ci candidiamo a essere pungolo per Meloni. Dall'esasperato atlantismo all'eccessiva disponibilità verso l'Europa, fino al ritorno al neoliberismo e all'accondiscendenza verso gli interessi delle grandi multinazionali, la premier non sta voltando pagina. La nostra priorità non è far rinascere la destra della destra, ma fare in modo che prevalga quell'istanza di cambiamento per cui Giorgia è stata votata dagli italiani". Il generale, dal canto suo, non chiude nessuna porta e sfrutta l'onda mediatica che lo vede coinvolto.

A zona Bianca, su Rete4, ammorbidisce i toni e spiega che se avesse un figlio gay, lo accetterebbe "assolutamente". Ma sulle accuse che gli sono state mosse tiene a precisare che non farà "nessun passo indietro" perché non le riconosce come tali. E a domanda precisa sulla sua entrata in un partito risponde: "Non mi chiudo mai alcuna alternativa e le lascio tutte aperte. Quindi non dirò mai di no, ma dico che per ora faccio il soldato e continuo a fare il soldato. In base a quello che sarà il futuro, poi deciderò. Never say never". Ma intanto l'Usigrai, commentando l'intervista del generale al Tg1, la definisce una "brutta pagina di servizio pubblico".

comments powered by Disqus