La tragedia / Udienza

Mottarone, secondo un consulente della difesa i danni alla fune erano visibili già un anno prima

Ripreso a Verbania l'incidente probatorio disposto per far luce sulle cause dello schianto della cabina. È intervenuto anche Andrea Gruttadauria, l'esperto chiamato dalla difesa di Gabriele Tadini, il caposervizio dell'impianto

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VERBANIA. Al Tecnoparco di Verbania è ripreso l'incidente probatorio disposto per far luce sulle cause dello schianto della cabina numero 3 della funivia del Mottarone in cui, il 23 maggio del 2021, hanno perso la vita 14 persone.

Con le domande poste dall'avvocato Paolo Corti, legale dei vertici della società altoatesina Leitner, è terminato l'esame dei periti del collegio 'delle cause'. Subito dopo è cominciato l'esame dei consulenti tecnici di parte.

In aula, i primi a parlare sono gli informatici, convocati dagli avvocati di Enrico Perocchio, il direttore di esercizio della funivia. Nel pomeriggio, la parola è passata agli ingegneri Ferruccio Levi, consulente di Corti, e Andrea Gruttadauria, consulente tecnico dell'avvocato Marcello Perillo, che assiste Gabriele Tadini, il caposervizio dell'impianto del Mottarone che, fin dalle prime battute, ha ammesso di aver inserito i forchettoni che bloccano i freni di emergenza.

Il consulente di Tadini ha quindi spiegato il meccanismo della fatica che, secondo i periti, è insieme alla corrosione la causa della rottura della fune: "La fatica ha tre fasi: la nucleazione, in cui più o meno non ci si accorge di nulla; la propagazione, la fase in cui ci si accorge che qualcosa sta succedendo; e la rottura finale, più o meno istantanea".

In teoria quindi, ha aggiunto il professor Gruttadauria, c'è stato "almeno un anno di tempo per accorgersi che si stava propagando qualcosa". La ricostruzione temporale, ha proseguito Gruttadauria, è "verosimile rispetto a quanto abbiamo visto sulla fune", cioè guardando alla frattura e a "come si è propagata la cricca", cioè la frattura stessa.

"Il fenomeno di corrosione è un processo piuttosto lento per quanto riguarda il materiale e l'ambiente in cui ha lavorato. Se la fatica fosse stata accelerata, la corrosione non avrebbe avuto modo di intervenire e intaccare il metallo. Siccome si è stabilito giustamente che (le cause, ndr) sono fatica e corrosione, allora per forza dobbiamo avere dei tempi abbastanza lunghi", quantificabili in "almeno un anno".

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