Pubblico impiego / Il tema

La Cgil alla Provincia: "Lo smart working non è semplicemente lavoro a distanza, ma implica fiducia, autonomia e condivisione di obiettivi"

Il sindacato non nasconde perplessità sulla circolare "restrittiva" che sta per essere emanata e chiede maggiore concertazione per afffinare alcuni aspetti della riorganizzazione, compreso il diritto alla sconnessione, in un'ottica che guardi davvero a una svolta anche culturale

IL PIANO Smart working in Provincia:, da dicembre potrà farlo il 60 per cento dei dipendenti

TRENTO. Appreso del webinar organizzato dalla Provincia sul tema del lavoro agile, con la presenza di autorevoli relatori, la Fp Cgil esprime in una nota apprezzamento per l'iniziativa di comunicazione e condivisione, ma non manca di sottolineare quelli che sono i temi e le perplessità che sono ancora sul tavolo di una concertazione che si sta concludendo proprio in questi giorni.

Fp Cgil, col segretario generale Luigi Diaspro, spiega: "Abbiamo inviato le nostre osservazioni alla Provincia in merito alla circolare applicativa che sta per essere emanata, condividendo ad esempio che l'individuazione delle attività escluse dal lavoro agile nei singoli luoghi di lavoro debba essere oggetto di concertazione sindacale, come anche la previsione di precise motivazioni in caso di provvedimenti di modifica o revoca degli accordi individuali, che abbiamo contribuito a rendere chiari e omogenei adottando un modello standard di contratto.

Abbiamo inoltre discusso a lungo sul tema della disconnessione, che non può ridursi alla pura osservanza delle 11 ore di riposo consecutive obbligatorie poiché, in tal caso, si avrebbe una sorta di reperibilità per le altre 13.

Per noi rimane poi il tema di fondo, che la circolare in questione esplicita in modo ulteriormente restrittivo con modalità tipiche del telelavoro/lavoro a distanza e non del lavoro agile: il tema cioè del cambio di paradigma della prestazione lavorativa, che avviene per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, entro i soli limiti di durata massima dell'orario giornaliero e settimanale.

Si tratta quindi di una svolta anche culturale che implica concetti quali fiducia, autonomia, condivisione di obiettivi e controlli tra dirigenza e personale, e su questi concetti abbiamo dovuto purtroppo registrare una notevole resistenza da parte di alcune componenti della delegazione pubblica.

Tant'è che siamo di fronte a una formulazione che prevede l'osservanza pedissequa dell'orario e finanche della sede di lavoro. Concetti esposti nel webinar organizzato dalla stessa Provincia, in modo egregio, dal professor Mariano Corso, professore della School of Management del Politecnico di Milano e presidente di P4I, che condividiamo in pieno.

Vedremo se, coi prossimi confronti, troveremo maggiori aperture sui temi che abbiamo indicato sopra: per arrivare a un'applicazione più rispondente alle peculiarità di questo particolare strumento che, in tal modo, potrebbe mostrare davvero la sua efficacia in termini di prestazioni, risposte ai cittadini, riduzione dell'impatto ambientale, conciliazione dei tempi vita lavoro".

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