Provincia / Il caso

Terza preferenza, nulla di fatto. Paccher (Lega): “Misura colma, in aula 3 giorni a parlare delle tutine dei neonati”

L’esponente del Carroccio: “Io capisco che si voglia fare opposizione ma non mostrandosi ossessionati da alcuni temi. La legge con cui siamo stati eletti non è stata fatta da noi, ma da chi governava allora: e con questa legge il Pd, tra i proponenti, si è visto ridurre la rappresentanza femminile ad una sola consigliera”

TRENTO. La sessione di maggio del Consiglio provinciale si è conclusa poco fa con un nulla di fatto sul disegno di legge di modifica della legge elettorale della consigliera della Civica Vanessa Masè.

Ricordiamo che il testo prevede di estendere da due a tre il numero delle preferenze e nelle intenzioni della proponente mira ad ampliare la libertà di scelta dell’elettore. Per le opposizioni si tratterebbe invece di un passo indietro che rischierebbe di inficiare la rappresentanza di genere, vanificando i progressi raggiunti con la pur recente legge in vigore. I lavori si sono conclusi con la bocciatura dell’ordine del giorno numero 84. 
 

Durissimo il commento di Roberto Paccher (Lega): “Tre giorni in aula bloccati dalle opposizioni. A parlare di gender e di tutine per neonati che non debbono più essere azzurre o rosa per non discriminare i bambini. Ma la legge in discussione vorrebbe invece introdurre delle novità nella legge elettorale, sulle preferenze. Mi pare che la misura sia colma” osserva Roberto Paccher.

“Io capisco che si voglia fare opposizione ma non mostrandosi ossessionati da alcuni temi. La legge con cui siamo stati eletti non è stata fatta da noi, ma sul finire della scorsa legislatura da chi governava allora: e con questa legge il Pd, tra i proponenti, si è visto ridurre la rappresentanza femminile ad una sola consigliera, meno con la legge che c’era prima”.

E aggiunge: “Ma il tema qui è un altro: credo che parlare di donne con un posto più o meno garantito occorrerebbe piuttosto parlare di meriti, di donne e di uomini meritevoli, preparati. Ora c’è una legge che prevede liste elettorali con metà uomini e metà donne, poi sta agli uni e alle altre, dimostrare agli elettori di essere in grado di rappresentarli. Qui nell’aula dell’Autonomia il centrosinistra preferisce invece fare scorrere il tempo, i giorni, per fare opposizioni con discorsi inutili”.

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