Sanità / Il caso

Dialisi, infermieri dalla cooperativa: troppi no-vax, confermata la convenzione per garantire il servizio

«Abbiamo indetto una graduatoria per mobilità interna - spiega Giuliano Brunori, primario di Nefrologia - e ci sono sei infermieri che stanno facendo la formazione. Ma ci vogliono mesi e quindi, considerato che la dialisi è un servizio salvavita che non può essere sospeso, abbiamo prorogato la convenzione che era già stata attivata»

OBBLIGO Al lavoro ancora con la mascherina fino all'estate

TRENTO. Già dal mese di dicembre 2021, dopo le sospensioni dovute ai sanitari che avevano preferito non vaccinarsi, l'Azienda sanitaria era dovuta ricorrere ad una cooperativa per coprire i turni nei centri dialisi. Ora il problema si è ripresentato. A breve sette infermieri non vaccinati che erano rientrati per qualche mese dopo la malattia, dovranno essere nuovamente sospesi.

«Abbiamo indetto una graduatoria per mobilità interna - spiega Giuliano Brunori, primario di Nefrologia e fino a pochi giorni fa direttore sanitario - e ci sono sei infermieri che stanno facendo la formazione. Ma ci vogliono mesi e quindi, considerato che la dialisi è un servizio salvavita che non può essere sospeso, abbiamo prorogato la convenzione che era già stata attivata».

La situazione più critica è a Rovereto. «Sulla base di quanto verificatosi nell'inverno appena trascorso e considerata la proroga al 31 dicembre 2022 dell'obbligo vaccinale per i professionisti sanitari, si stima che nelle prossime settimane possano essere sospesi ulteriori infermieri, portando l'organico in servizio effettivo al 50% del fabbisogno, con oggettiva impossibilità di garantire completamente il fabbisogno di prestazioni dialitiche», si legge nella delibera.

Ma l'obbligo vaccinale ha impattato anche su altri centri di emodialisi, soprattutto su quello di Trento. Per fare fronte alla carenza è stato quindi necessario prorogare il contratto con lo studio infermieristico Sebino di Abbiatico C., Vezzoli R. e associati con sede sull'Altopiano della Vigolana, estendendo la possibilità di ricorrere a questi libero professionisti in tutti i centri di Emodialisi del Servizio ospedaliero provinciale, ed in particolare in quello di Trento. Il nuovo contratto prevede la copertura complessiva presunta di 30 turni di dialisi al mese con orario 6 e 30 19 fino al 31 agosto per un costo di 194 euro più 4% di Iva per ogni turno (6.30-13 oppure 13-19), per una spesa stimata di poco più d 48 mila euro. I numeri dei dializzati e trapiantati in Trentino sono in crescita.

«A fine 2021 avevamo 205 pazienti in dialisi in ospedale rispetto ai 195 di fine 2020. Dieci in più, sette dei quali sono a Cles, che è passato da 19 pazienti in trattamento a 25. Per questo quest'estate stiamo valutando come fare fronte alle dialisi di chi viene in vacanza in quanto non abbiamo disponibilità di spazi», spiega il primario Brunori. La missioni rimane comunque quella di continuare ad aumentare - là dove possibile - la quota di pazienti che utilizzano la dialisi perineale, ossia quella che viene fatta in casa direttamente dal paziente debitamente istruito.

«Attualmente - aggiunge Brunori - abbiamo un 20% di pazienti che utilizzano la dialisi perineale rispetto al dato nazionale è che è del 9%, Inoltre abbiamo anche un alto numero di trapiantati, più di 330. Insieme a Bolzano siamo l'unica realtà italiana che ha un numero di trapiantato più alto dei dializzati».

Dei totale dei trapiantati, 36 sono da donatore vivente, un dato importante se si pensa che in Italia sono 6.500 pazienti che aspettano di essere trapiantato.

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