Il ricordo / 25 aprile

Festa della liberazione, Ianeselli: “Momento complesso per il mondo, la Resistenza non è finita”

Insieme al sindaco di Trento c’erano anche il vicepresidente del Consiglio provinciale e tante autorità civili e militari. Molti i trentini scesi in piazza insieme all'associazione dei partigiani

IMMAGINI La Festa della Liberazione a Trento (Foto Coser)

TRENTO. Una Festa della liberazione che quest’anno arriva nel bel mezzo di una guerra, quella in Ucraina, che sta sconvolgendo l’Europa. E, per questo motivo, quella celebrata oggi è ancora più densa di emozioni che in passato.

“La Resistenza non è finita”, ha detto il sindaco Franco Ianeselli nel suo discorso oggi per la festa del 25 aprile, definendo la guerra in Ucraina come “una sconfitta non solo per l’Europa, non solo per gli organismi internazionali che dovrebbero aiutare a dirimere pacificamente i conflitti prima della loro deflagrazione”. 

Festa della liberazione, Trento si ferma

Con il sindaco Franco Ianeselli, il vicepresidente della giunta provinciale Mario Tonina, il commissario del governo Gianfranco Bernabei, il questore Alberto Francini, il presidente dell'Anpi Mario Cossali, i rappresentanti sindacali, i parlamentari trentini e la popolazione (foto Alessio Coser)

Accanto a lui c’erano il vicepresidente del Consiglio regionale Mario Tonina, il presidente dell'Anpi Mario Cossali e il direttore del Museo storico del Trentino Giuseppe Ferrandi

“Lo sappiamo bene che questa – questo un altro passaggio del discorso di Ianeselli – non è certo la prima guerra da settantasette anni a questa parte. Eppure mai come in questo momento sentiamo una spaventosa minaccia incombere su di noi, mai come in questi giorni ci rendiamo conto che gli equilibri costruiti a fatica nella seconda metà del secolo scorso si sono pericolosamente incrinati, che un pretesto qualsiasi potrebbe portare a conseguenze inimmaginabili”.

“La verità – ha aggiunto – è che l’impegno dei partigiani nella liberazione dell’Italia e nella costruzione di uno spazio di pace sovranazionale non può considerarsi esaurito. Il cantiere della democrazia, che forse abbiamo trascurato, il ponte sull’abisso che è stata l’idea degasperiana della “patria Europa” hanno bisogno di urgenti e consistenti manutenzioni. Perché, come ci ha ammonito Norberto Bobbio, “la Resistenza non è finita”“.

Dopo la messa in ricordo dei Caduti nella chiesa di San Francesco Saverio, la deposizione delle corone alle lapidi di via Belenzani, al monumento ai Caduti di piazza della Portela, quindi in Galleria dei Partigiani ed in piazza Pasi, la cerimonia ufficiale di commemorazione nel salone di rappresentanza di Palazzo Geremia.

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