La crisi  / Ucraina

Allarme della Coldiretti trentina: “Con la guerra in Ucraina, gravi effetti sulla nostra economia”

La preoccupazione del presidente Gianluca Barbacovi: “I prodotti italiani, compresi quelli locali, rischiano di sparire definitivamente dai mercati di Mosca e Kiev. Si parla di danni per miliardi di euro”

TRENTO. "Gli effetti del conflitto ucraino rischiano dunque di cancellare completamente il Made in Italy a tavola dai mercati di Mosca e Kiev aggravando ulteriormente gli effetti dell’embargo deciso da Putin nell'agosto 2014, e da allora sempre prorogato, come risposta alla sanzioni decise dall’Unione Europea, dagli Usa ed altri Paesi per l’annessione della Crimea".

Queste le parole del presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige Gianluca Barbacovi in riferimento al conflitto in corso in Ucraina e i potenziali risvolti negativi per l'economia tricolore.

Ucraina, duemila in piazza a Trento per la pace

Ucraina, duemila in piazza a Trento per la pace - le foto della manifestazione di Alessio COSER

"Il blocco voluto da Putin – ricorda Barbacovi - è già costato alle esportazioni agroalimentari tricolori 1,5 miliardi negli ultimi 7 anni e mezzo. Il Decreto di embargo tuttora in vigore colpisce una importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi. L’agroalimentare è, fino ad ora, l’unico settore colpito direttamente dall’embargo che ha portato al completo azzeramento delle esportazioni in Russia dei prodotti Made in Italy presenti nella lista nera".

“La guerra commerciale – spiega la Coldiretti - mette in pericolo le esportazioni agroalimentari Made in Italy in Russia e in Ucraina per un valore che nel 2021 ha complessivamente superato il miliardo di euro, con vino, spumanti, olio, pasta e caffè che sono i prodotti più interessati.

In Russia è tuttora impedita l’esportazione di salumi, formaggi e ortofrutta Made in Italy per effetto dell’embargo deciso da Putin all’indomani delle sanzioni europee del 2014 con l’agroalimentare che è stato l’unico settore economico a pagare il prezzo dello scontro”.

Coldiretti prosegue così: “Ora in pericolo per l’Italia le vendite di vino e cibi in Russia non colpiti dall’embargo che hanno raggiunto lo scorso anno il valore di 670 milioni di euro con un aumento del 14% rispetto al 2020, mentre quelle in Ucraina valgono altri 350 milioni di euro, secondo le proiezioni Coldiretti su dati Istat. Tra i prodotti Made in Italy più apprezzati dal Paese di Putin – precisa la Coldiretti - ci sono gli elementi base della dieta mediterranea come il vino e gli spumanti per un valore attorno ai 150 milioni di euro, l’olio di oliva per 32 milioni di euro e la pasta per 27 milioni di euro”.

“Al danno diretto delle mancate esportazioni in Russia si aggiunge – conclude la Coldiretti – la beffa della diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy, realizzati in Russia come parmesan, mozzarella, robiola, o nei Paesi non colpiti dall’embargo come scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta Made in Bielorussia, ma anche salame Milano e gorgonzola di produzione Svizzera e reggianito di origine brasiliana o argentina.

Nei supermercati russi si possono trovare fantasiosi surrogati locali che hanno preso il posto dei cibi italiani originali, dalla mozzarella “Casa Italia” all’insalata “Buona Italia”, dalla robiola Unagrande alla mortadella Milano. Il danno  riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, ha dovuto rinunciare ai prodotti alimentari Made in Italy originali”.

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