Commercio / Il caso

Affitti commerciali alle stelle, l’attacco di Confapi: «Pochi privati e gruppi immobiliari tengono in mano il mercato»

La pandemia e il caro bollette mettono in ginocchio le imprese «ma qui, unica realtà in Italia, non si parla di sconti o rinegoziazione del canone», e i prezzi sono altissimi «in maniera ingiustificata»

TRENTO. Con l’avvento dell’emergenza sanitaria si è accentuato ancora di più il grave problema che affligge il Trentino e in particolare la città di Trento: parliamo del caro - affitti per le imprese.

«Si tratta di una vera e propria piaga sociale su cui è necessario un confronto trasparente ed urgente con le istituzioni per cercare soluzioni rapide d’intervento. L’emergenza epidemiologica ha portato alla luce, in modo trasversale, un problema già fortemente radicato, cioè quello delle imprese in ginocchio per gli affitti esorbitanti cui sono soggetti» - Le dichiarazioni sono della presidente di Confapi Trentino Monica Mosna.

Vero è che moltissimi esercizi commerciali, bar e ristoranti si trovano, a seguito della pandemia, in una situazione che sta diventando sempre più drammatica e per certi versi inaccettabile.

Secondo Confapi Trentino, la nostra provincia si distingue negativamente in questo essendo una delle poche regioni in Italia in cui gli immobili mantengono ancora prezzi altissimi in maniera ingiustificata nonostante l’emergenza sanitaria avrebbe dovuto portare ragionevolmente ad un calo dei canoni e dei prezzi di mercato.

L’associazione di categoria delle piccole e medie imprese trentine, punta il dito prima di tutto sui proprietari degli immobili che nonostante i fatturati in calo o addirittura in crollo verticale e pure con incrementi esponenziali inaspettati di spese fisse (in primis l’energia), non rilasciano alcun tipo di sconto e non negoziano i costi, ma addirittura, chiedono aumenti.

«Riteniamo che questa dinamica non sia più accettabile e ciò che ci sorprende maggiormente è che in Trentino non si parli di questo problema ed anche i sindacati, per i privati cittadini, paiono praticamente ignorare questo argomento. Rivolgiamo un appello alle istituzioni per l’apertura ad un dialogo e per la ricerca di soluzioni, avanzando le nostre prime ipotesi» - sottolinea ancora Confapi Trentino.

E ancora: «Si dimentica inoltre di dire che il fenomeno ha una ricaduta negativa su tutti i cittadini perché il pubblico esercizio, come il bar o il negozio, si vede costretto ad aumentare i costi e non lo fa, come viene erroneamente pensato, per guadagnare di più a scapito dei cittadini consumatori, ma per riuscire a coprire i costi più alti degli affitti; è l’intera comunità pertanto ad averne un danno, non solo le imprese».

Per l’associazione di categoria emerge anche il problema delle speculazioni: a Trento in particolare ci sarebbero enormi patrimoni immobiliari e potenti società immobiliari, appartenenti a pochi soggetti di riferimento, che hanno la forza ed il potere economico, di tenere anche gli immobili sfitti, pur di non cedere su sconti.

«A nostro avviso questa bolla non si fermerà mai se l’ente pubblico continuerà ad alimentarla offrendo sovvenzioni per aiutare le imprese a pagare gli affitti. Diventa sempre più difficile pensare ed accettare il fatto che si contini a favorire indirettamente queste speculazioni con i soldi pubblici.

La formula giusta risiede nel sostegno pubblico, ma purchè sia subordinato ad una riduzione congiunta da parte del proprietari»o.

In ogni caso manca del tutto la consapevolezza, da parte dei conduttori, dei loro diritti!

Confapi Trentino, nel merito attiverà un progetto specifico per fornire supporto alle piccole e medie imprese con un servizio di assistenza guidato da un team di esperti.

«I nostri esperti legali - aggiunge Confapi Trentino - supporteranno le aziende nelle tante situazioni e soprattutto si impegneranno a prevenire ciò che spesso e quasi sistematicamente avviene: cioè il fatto che gli affittuari si auto mortifichino sottoscrivendo contratti capestro (cioè contratti nettamente sbilanciati nelle clausole che lo accompagno a favore del locatore)»

Sotto la lente d’ ingrandimento finiscono anche le spese condominiali che – secondo Confapi - quasi sistematicamente con errori od interpretazioni varie, penalizzano l’inquilino su costi che invece competono al proprietario.

«Per la prima volta un’associazione di categoria prende in mano questa drammatica situazione e lo fa concretamente mettendo a disposizione uno staff di esperti legali specializzati, perché il problema più grave, lo si ripete è la mancata conoscenza, consapevolezza, ed il senso generalizzato di debolezza, che tocca gli inquilini. Riteniamo con grande convinzione che ci siano tanti modi per poter tutelare e dare maggiore forza e soprattutto aiuto con i fatti agli inquilini» - aggiunge la presidente di Confapi Trentino, Mosna.

«Confapi Trentino – conclude la presidente - si mette ancora una volta a disposizione delle imprese in modo autentico e concreto, come aveva già fatto durante la pandemia e il periodo di crisi post pandemica quando era riuscita a garantire ribassi a molti operatori; il tutto nello spirito autentico e nella mission di assistenza alla imprese che contraddistingue Confapi dal 1947».

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