Opere / Cifre

Circonvallazione ferroviaria, boom di assunti e un indotto sul territorio da 871 milioni di euro

Non solo disagi per i cantieri, nella gigantesca opera saranno impiegati 12 mila lavoratori, senza contare la logistica, gli alloggi, la ristorazione: l’analisi

LA MANOVRA 1,7 miliardi di investimenti, in tutto 4 miliardi e mezzo

di Chiara Zomer

TRENTO. La circonvallazione ferroviaria porterà affari per un sacco di gente. Questo sostiene Italferr, che gli affari ha provato anche a quantificarli. Secondo loro il valore aggiunto generato sul territorio sarà qualcosa come 871 milioni di euro, per 12.132 lavoratori impegnati.

Quello economico è uno degli impatti che il bypass ferroviario avrà sulla città e in generale sul territorio trentino. Non sarà di sicuro l'unico: rimane alto l'allarme sull'impatto per la vivibilità delle aree attorno ai cantieri - di cui abbiamo scritto qualche giorno fa e attorno al quale si sta coagulando la neonata Rete dei cittadini - ma il fattore economico è uno degli aspetti della grande opera. Trattandosi di un cantiere della durata (almeno) di quattro anni, è evidente che gli effetti economici sul territorio saranno numerosi per questo periodo.

Basti pensare alle aziende artigiane e alle industrie edili che potrebbero essere coinvolte nei cantieri primari, per passare alla gestione del materiale di risulta (si parla di oltre 2 milioni di metri cubi di materiale), riguardo al quale Italferr ha già fatto una valutazione di massima circa le aziende del territorio da coinvolgere per quanto riguarda lo smistamento e il recupero. E poi c'è l'indotto. A partire dalla ricchezza generata dal fatto che le maestranze che lavoreranno qui - e tanti, è facile prevederlo, verranno da via - consumeranno sul territorio. Come detto, Italferr ha cercato di quantificare i benefici economici. E ha fotografato il valore aggiunto generato.

Le cifre sono importanti. Dal punto di vista del valore aggiunto, Italferr parla di 871,85 milioni di euro, di cui 181,62 milioni di euro di fiscalità (che si faranno sentire sulle casse provinciali). Di questi ci sarebbero 301,35 milioni di valore aggiunto diretto, 334,15 milioni di valore aggiunto indiretto e 236,35 milioni di valore aggiunto indotto. Ma dal punto di vista occupazionale questo cosa significa? Secondo Italferr l'impatto sarà importante: 12.132 unità lavorative annue, che significa lavoratori impegnati per un periodo pari ad un anno, durante l'arco temporale della realizzazione del progetto. Di queste 4.679 saranno lavoratori diretti, che quindi opereranno nel cantiere. E con ogni probabilità tanti verranno da fuori provincia.

A dirlo è semplicemente un dato di fatto: oggi le imprese trentine non riescono a trovare lavoratori per gli ordinativi legati al Superbonus del 110%, difficile immaginare che i muratori si moltiplichino da qui a quando partirà davvero il cantiere per la circonvallazione ferroviaria. Ma ci sono anche le 4.377 persone che si ritiene possano lavorare come unità indirette. Servizi alle imprese, per esempio, mondo artigiano che può beneficiare di sub appalti. E qui si toccherebbe evidentemente in modo più pesante il tessuto produttivo locale. Infine, c'è l'indotto, che secondo Italferr potrebbe portare a 3.076 lavoratori.

Dal punto di vista della capacità dell'investimento, di produrre frutti economici sul territorio, quindi, si calcola che si generino ogni milione di investimento, 1,10 milioni di euro di valore aggiunto e 15 unità lavorative.Italferr guarda anche oltre il 2026, quando si calcola - secondo i detrattori in modo piuttosto ottimistico - di concludere l'opera per rientrare nei vincoli del Pnrr.

E evidenzia come la circonvallazione ferroviaria, con il potenziamento della capacità di trasporto merci su rotaia, permetterebbe una crescita generale della logistica, e in particolare della Ro.La: si calcola che si produrrà una riduzione del 50% del tempo di lavorazione dei treni, con un carico fino a 33 o 34 treni del servizio Ro.La, anziché gli attuali 21.

Calcolando l'aumento della lunghezza dei treni - perché il tunnel di base del Brennero permetterà di movimentare convogli da 760 metri, anziché di 550 che sono quelli attuali - secondo Italferr i lavori per il bypass ferroviario aumenteranno di 630 mila tir all'anno la capacità massima dell'interporto trentino. Si tratta di previsioni, per altro effettuate da Italferr, evidentemente interessato a far ben accogliere l'opera sul territorio. E i conti veri si faranno solo alla fine. Ma è evidente che si tratta di numeri persino fuori scala, rispetto al Trentino.

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