Pandemia / L'analisi

Covid, in ospedale quasi esclusivamente persone non vaccinate. Gimbe: nel complesso in Italia i dati migliorano

Numeri in calo anche negli ospedalei mentre la campagna di immunizzazione procede spedita fra gli under 50, in particolare delle fasce 12-19 e 20-29 anni che hanno superato le fasce 30-39 e 40-49 anni. Ma restano quasi 4 milioni di over 50 che devono completare il ciclo

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ROMA. Dai decessi per covid ai contagi, la settimana 8-14 settembre, rispetto alla precedente, ha visto tutti i numeri in calo: scendono -14,7% i nuovi casi (33.712 rispetto a 39.511), del -6,7% i decessi (389 rispetto 417), dell'-8,8% le persone in isolamento domiciliare (117.621 rispetto a 128.917), del -3,3% i ricoveri con sintomi (4.165 rispetto a 4.307) e del -1,6% le terapie intensive (554 rispetto a 563).

Lo rileva il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, che sottolinea come in ospedale ci siano "quasi esclusivamente persone non vaccinate".

"Continuano a diminuire i nuovi casi settimanali - dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - mentre solo 4 regioni registrano un incremento percentuale dei nuovi casi".

Inoltre, "solo in due province si contano oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Siracusa (178) e Messina (168).

In calo anche i decessi: 389 negli ultimi 7 giorni (di cui 52 riferiti a periodi precedenti), con una media giornaliera di 56 rispetto ai 60 della settimana precedente".

"Sul fronte ospedaliero - afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari del Gimbe - dopo 8 settimane di aumento si registra una lieve riduzione dei posti letto occupati da pazienti covid-19, che scendono del 3,3% in area medica e dell'1,6% in terapia intensiva".

"Iniziano a scendere anche gli ingressi giornalieri in terapia intensiva - spiega Marco Mosti, direttore Operativo Gimbe - con una media mobile a 7 giorni di 36 ingressi al giorno rispetto ai 42 della settimana precedente".

Sul fronte vaccinazioni, Gimbe sottolinea che le scorte di vaccini a mRna superano quota 10 milioni ma, "nonostante la considerevole disponibilità di dosi, il numero di prime somministrazioni, dopo tre settimane di stabilità intorno a quota 720-750mila, nell'ultima settimana è sceso a 525mila. In attesa di conoscere gli effetti dell'estensione dell'obbligo del green pass, è evidente che le attuali strategie della campagna non riescono a contrastare l'esitazione della popolazione ancora non vaccinata", sottolinea Cartabellotta.

Al 15 settembre, rileva Gimbe, il 74,1% della popolazione (43.924.031) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+552.102 rispetto alla settimana precedente) e il 68% (n. 40.295.980) ha completato il ciclo vaccinale (+1.223.873).

In particolare, l '88,9% della popolazione over 50 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, (+0,5% rispetto alla settimana precedente) con nette differenze regionali: dal 93,3% della Puglia all'83% della Calabria.

Complessivamente 3,9 milioni di over 50 (14,4%) non hanno ancora completato il ciclo vaccinale, con rilevanti differenze regionali (dal 17% della Calabria al 6,7% della Puglia): di questi, 3,03 milioni non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose.

A fronte di un sostanziale appiattimento dei trend di vaccinazione in questa fascia di età, continuano a salire le curve degli under 50, in particolare delle fasce 12-19 e 20-29 anni che hanno superato le fasce 30-39 e 40-49 anni.

Con le scuole già ripartite, preoccupa che nella fascia 12-19 anni, nonostante il costante incremento delle coperture, ancora 1,53 milioni di ragazzi (33,7%) non abbiano ricevuto nemmeno una dose di vaccino, con rilevanti differenze regionali.

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