Storia / Il tesoro

Ritrovati e recuperati due grandi «scudi Masera» dei fucilieri italiani della Grande Guerra

Il ritrovamento in alta Val Travignolo, verranno esposti al museo di Caoria e al Pordoi: «Furono usati dalla Brigata Tevere negli assalti del luglio 1916, interessanti le grandi croci bianche sul retro, servivano come riferimento alle artiglierie»

FOTO Ritrovamento e trasporto dei reperti bellici

di Gigi Zoppello

CAORIA. Eccezionale ritrovamento, e operazione di recupero portata a termine con successo, di due interessanti cimeli della Grande Guerra in Lagorai. Sergio Donat e Maurizio Manfroi, con l’assistenza del Gruppo Alpini di Caoria e la collaborazione della Forestale, hanno rinvenuto e portato a valle due scudi da cecchino dell’Esercito Italiano, di grande valore documentale.

Si tratta di due scudi Masera in acciaio, in dotazione alle fuciliere: verranno restaurati e troveranno posto in due musei bellici: quello di Caoria, e quello di Passo Pordoi.

Sergio Donat, appassionato ricercatore storico, ce lo spiega in maniera chiara e semplice: «Gli scudi Masera servivano come protezione dei cecchini, come punto di osservazione ed elemento di rinforzo della linea avanzata per le truppe italiane. La particolarità è che hanno una grande croce bianca all’interno, che serviva come segnalazione all’artiglieria retrostante, ad indicare la linea di massima avanzata, affinché non si bombardassero i propri soldati. Una segnalazione che in altro modo veniva fatta con delle palette, ma anche con questi scudi che avevano la funzione di segnalazione, oltre a quella di poter sparare al coperto anche in campo aperto».

Il ritrovamento vero e proprio è stato lo scorso anno, quando uno dei due scudi era stato avvistato, semisepolto nel terreno, e subito sotto ce n’era un altro esemplare. «Non era possibile asportarli subito, avevamo bisogno dei permessi e anche di organizzare il trasporto: ogni scudo pesa circa 30 chilogrammi»  spiega Donat.

Quest’estate invece la macchina organizzativa si è mossa. Donat, che si definisce «innamorato di Caoria» pur vivendo a Roma, ha chiesto aiuto agli Alpini ed alla Forestale. Con il via libera del Parco Paneveggio Pale di San Martino.

«Il luogo di ritrovamento ci dice molto, e ci aiuta a ricostruire il contesto e chi erano i soldati che li avevano in dotazione: probabilmente, furono utilizzati nel corso delle operazioni affidate alla 17esima Divisione contro le difese dell’esercito austroungarico alla testata di Val Travignolo, a fine luglio 1916; considerata la zona, furono verosimilmente impiegati dagli uomini dal secondo Battaglione del 215° Reggimento della Brigata Tevere».

LE FOTO

Gli scudi da cecchino della Grande Guerra

In alta Val Travignolo, l'eccezionale ritrovamento: due scudi "Masera" dell'Esercito italiano risalenti al 1916 - foto S. Donat

I due pesanti scudi, liberati dal terreno, sono stati prima fissati a due strutture metalliche con le cinghie, poi portati a valle con un faticoso cammino durato in tutto 5 ore.

Cosa succede ora? «Verranno restaurati: si tratta di lavarli con acido salico, che non è aggressivo e rimuove la ruggine senza intaccare i colori. Così – spiega Donat – torneranno al loro verde originale, e soprattutto appariranno le due croci bianche in tutto il loro splendore».

Come detto, alla fine del restauro, si potranno ammirare in mostra a Caoria e al Pordoi.

 

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