Trento / Il lutto

Addio a Renato Miori, medico attento al sociale e tra i fondatori del centro antidroga di Camparta

Per oltre trent'anni prestò la sua opera nella prima comunità trentina, a Vigo Meano, per il recupero di persone dal dramma della tossicodipendenza. Docente universitario, fu un innovatore nell'approccio clinico con la creazione delle "équipe" e la presa in carico con una visione complessiva del paziente

TRENTO. Il Trentino piange la morte di Renato Miori, scomparso l'altro giorno all'età di 93 anni, al termine di una vita dedicata alla medicina e all'impegno verso il prossimo, all'insegnamento clinico e alla famiglia, e soprattutto alla realizzazione del primo centro che ancora negli anni Settanta si impegnava nel dare assistenza ai tossicodipendenti.

«Lavoravamo quasi in clandestinità - ricorda l'amico di una vita Valerio Costa - a quel tempo si stava passando dalle droghe leggere, che si erano diffuse negli anni Sessanta, a quelle più pesanti e costose, che creavano dipendenza.

Il nostro era un tentativo di dare una risposta ad un problema emergente che distruggeva persone e famiglie.

Nel 1974, per la legge, il tossicodipendente era un delinquente e per chi si prendeva cura di lui scattava l'obbligo di denuncia: per il ragazzo arrivava l'arresto o il manicomio.

Avevo aperto un punto di riferimento e ascolto all'oratorio di San Pietro: solo grazie alla legge del 1975 è cambiata la situazione giuridica e, qualche anno dopo, è stato possibile utilizzare la ex tenuta degli Oss Mazzurana a Vigo Meano, passata di proprietà ai Frati, per aprire una comunità di recupero, il Centro Antidroga di Camparta, dove Renato Miori ha prestato la sua opera con impegno, entusiasmo e capacità per oltre 33 anni».

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