Covid / Il caso

Fenalt: «Un danno sospendere i sanitari che non si vaccinano»

Il dirigente provinciale alla Sanità Giancarlo Ruscitti: “L’operazione di ascolto durerà tutto il mese di giugno”

TRENTO. Nei giorni scorsi la Camera ha approvato in seconda lettura - e convertito ufficialmente in legge - il Dl Covid Aprile che conteneva l'obbligo di immunizzazione da parte degli operatori sanitari. Un'approvazione senza modifica e così quanti speravano in una linea più morbida anche per non mettere in crisi le strutture chiamate ad applicarlo è rimasto deluso.

«Cosa succederà adesso? - chiede Roberto Moser della Fenalt - Gli operatori che nelle Apsp non hanno scelto il vaccino ma si sono affidati al controllo periodico con tampone molecolare verranno sospesi dal lavoro senza retribuzione fino al 31 dicembre 2021 o fino a fine emergenza sanitaria. Visto che è risaputo che le risorse di operatori nelle Apsp sono sempre al limite, crediamo che il danno che verrà creato all'assistenza sarà notevole, non avremmo operatori a sufficienza per poter far un'assistenza dignitosa all'anziano. Chi rimarrà al lavoro vedrà le proprie ferie e riposi a rischio e il lavoro raddoppiato». Dopo quello che gli operatori delle Apsp hanno passato nell'ultimo anno e mezzo il sindacato ritiene questo rischio inaccettabile.  «Non vogliamo entrare nel merito del vaccino, non è nostra competenza e non ne abbiamo le conoscenze sufficienti per farlo - dice Moser - , ma da una previsione di quello che succederà, si evidenzia che la misura della sospensione è sicuramente pesante per tutti, sia per chi la subisce direttamente (senza paga) e chi ne subisce i riflessi.

Il dirigente provinciale Giancarlo Ruscitti assicura però che l'eventuale sospensione non sarà immediata. «Sono state inviate le lettere a coloro che non risultavano vaccinati e questi, attraverso un colloquio, spiegheranno le loro motivazioni. Sicuramente questa fase non si concluderà prima della fine di giugno almeno che un soggetto non si presenti al colloquio e a quel punto può essere interpretato come un rifiuto».Su 18 mila operatori sanitari in Trentino 5.500 non hanno ancora aderito alla vaccinazione - aveva riferito a fine aprile il dottor Antonio Ferro. Facendo un focus sull'Azienda sanitaria su 7.155 vaccinabili, 1.436 non avevano richiesto la vaccinazione. A distanza di due mesi, dopo le lettere e le sollecitazioni, sembra che circa 500 abbiano prenotato l'appuntamento. E gli altri. «Si dovrà vedere se si sono vaccinati altrove o se ci sono ragioni sanitarie per le quali non si possono vaccinare», aggiunge Ruscitti.

Sulla delicata questione è intervenuto anche il dottor Antonio Ferro. «Personalmente mi occupo del caso dei "no vax" dal 2003, quando scrissi la legge regionale del Veneto per la sospensione dell'obbligo. Penso che le ideologie si nutrano del sangue dei martiri. Stiamo procedendo con operazioni di convincimento, credo che il duro accanimento poi lo pagheremmo per anni. Bisogna agire in maniera dura ma con un iter amministrativo forte. La maggior parte, ad oggi, sono indecisi e non nettamente contrari. E la gran parte sono donne che magari sono preoccupate per future gravidanze. Bisogna puntare su una corretta informazione scientifica. In tal senso consiglio il sito vaccinarsintrentino.org dove si trovano tante notizie corrette».

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