Istruzione / L’appello

Asili aperti in luglio? La lettera ai genitori di dodici scuole d’infanzia: «Ecco perché è un errore»

Letta in piazza oggi durante la protesta delle maestre, ripropone il significato del momento educativo, e la necessità – per i bambini – di un’estate «libera»

TRENTO. La protesta di questa mattina in piazza Dante, del personale delle scuole materne trentine contro l’apertura a luglio è terminata con la lettura di una lettera ai genitori, che spiega con pacatezza le ragioni della contrarietà alla decisione della giunta provinciale. Eccola:

«Gentili genitori, siete sicuramente a conoscenza della decisione di tenere   aperta la scuola dell'infanzia a luglio, e di come le insegnanti, gli enti gestori, i professionisti in ambito pedagogico, siano contrari a tale scelta. Intendiamo mettervi a conoscenza delle motivazioni che supportano questa nostra presa di posizione, purtroppo rimasta inascoltata da una parte del mondo politico.

Comprendiamo le difficoltà delle famiglie e la necessità di offrire loro un valido aiuto nel periodo estivo. Tale bisogno è sempre stato una priorità, ed ha richiesto sforzi economici e impegno politico per procurare un servizio assistenziale di supporto, dopo la chiusura delle scuole in luglio e agosto. Si tratta dunque di percorsi dai significati diversi, che avrebbero potuto continuare ad essere, nella loro dimensione ricreativa che andrebbe ben separata rispetto ad un ruolo educativo e formativo spettante invece alla scuola.

 Nel caso della scuola dell'infanzia in particolare, tale ruolo è stato faticosamente conquistato dopo anni di importanti cambiamenti e ricerche in ambito pedagogico. È stato il cammino del passaggio dall' "asilo, scuola materna" luogo di custodia, alla "scuola dell'infanzia " in cui  finalmente essa venne considerata primo fondamentale gradino di tutto il sistema scolastico. Perché ciò fosse possibile sono state investite risorse, promulgate riforme, tra cui costanti e impegnativi percorsi formativi, progettuali, innovativi; laurea di 5 anni quale titolo di studio per l'accesso all'insegnamento nella scuola dell'infanzia.

Si vuole trasformare la scuola in servizio assistenziale, le insegnanti in intrattenitrici, defraudate del loro ruolo, divise dalle famiglie, per la frattura che - volutamente? - è stata creata nel momento in cui non si è cercato alcun confronto con il mondo della scuola, prima di somministrare questionari sull'onda delle difficoltà affrontate dalle famiglie.

Scuola e famiglia che dovrebbero invece essere unite, avendo come unico comune intento il benessere delle bambine e dei bambini. Questa scuola in estate, realizzata in luoghi non adatti, priva dei mezzi che competono ad altre tipologie di supporto per le famiglie, ecco la facile scappatoia per evitare investimenti nei servizi all'infanzia alternativi che invece sarebbero stati previsti. Questi gli aspetti, culturale e politico, che non possono non rigettare le istanze di apertura delle scuole in estate.

E poi ci sono i bambini e le bambine. I loro bisogni, le loro necessità. Che non sono certo quelle di restare in una medesima struttura undici mesi all'anno, con le stesse figure, stessi contesti, privati del loro tempo e della libertà di essere in vacanza!  Fortunatamente quando noi eravamo piccoli a nessuno è venuto in mente di rubarci l'estate! I bambini hanno bisogno di ricchezza e di cambiamento e paradossalmente di certezza e di routine. Hanno dunque bisogno di comprendere che c'è la scuola e il loro impegno, ma che poi  c'è l'estate e qui la scuola chiude e si apre un altro mondo, per lasciare il posto ad altri contesti, altre relazioni e nuovi orizzonti.

Il grave rischio di tutta questa manovra politica è che la scuola dell'infanzia perda identità e motivazione; una fuga negli anni a venire delle future generazioni di insegnanti verso altri ordini di scuola; una scomparsa di servizi estivi alternativi alla scuola, sui quali era invece importante investire affinché diventassero promotori di peculiari esigenze, necessità e bisogni dei bambini in questo periodo dopo la chiusura delle scuole. Una perdita di valore e di qualità per questa nostra scuola che era riuscita a diventare l'eccellenza di tutto il sistema scolastico, e per la quale tuttavia speriamo in periodi migliori, supportati  dalla passione,  dalla bellezza  e dall'impegno insiti all'interno della scelta di insegnare nella scuola dell'infanzia».

Lettera sottoscritta dalle scuole materne Meano, Martignano, Filo Colorato di Gardolo, Quadrifoglio dei Solteri, Sant'Antonio, Tambosi, San Donà, Villamontagna, Sopramonte, Ghiaie, San Bartolomeo di Trento, Serso di Pergine

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