Pandemia / I numeri

Trentino, vaccinazioni a quota 101mila, da mercoledì prenotazioni anche per i 70-74enni. Martedì torna la zona arancione ma Fugatti sogna il "giallo" a breve

Benetollo (Apss): in rianimazione persone più giovani con età media sui 65 anni, forse un effetto diretto delle varianti. L'Istituto superiore di sanità: pochi nuovi casi tra sanitari e over 80, è il risultato dei vaccini

BOLLETTINO Oggi in Trentino altri tre morti e 114 nuovi contagi

TRENTO - Il Trentino, mentre apprende che martedì tornerà zona arancione, supera la soglia delle 100 mila somministrazioni di vaccino covid.

Per la precisione sono 101.423 le somministrazioni avvenute, comprese 34.048 seconde dosi e le 46.083  fatte finora ad ultraottantenni, mentre quelle relative alla fascia 70-79 anni sono state finora 12.874, come ha spiegato il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, nella conferenza stampa di oggi.

Fugatti, ha confermato inoltre che mercoledì prossimo, 7 aprile, si apriranno le prenotazioni online anche per la fascia di età dai 70 ai 74 anni.

Si procede dunque progressivamente verso i meno anziani, mentre si completa via via il ciclo delle persone più vecchie.

Al momento, però, come ha spiegato il direttore generale dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento, Pier Paolo Benetollo, non è ancora possibile una programmazione che vada oltre la settimana, perché le forniture di nuove dosi sono annunciate dal governo solo con alcuni giorni di anticipo.

Il quadro dell'arrivo dei flaconi, insomma, resta ancora fluido, anche se la prospettiva sembra quella di un rapido e robusto miglioramento.

Oggi il dato nazionale indica 10.697.459 dosi somministrate (report nel sito del governo aggiornato alle 20.45) e 3.351.019 persone che hanno ricevuto anche il richiamo.

Per quanto riguarda l'utilizzo delle dosi disponibili, ormai tutte le regioni si sono allineate verso l'alto, limitando al massimo le scorte.

In vetta resta Bolzano (95,2%), seguita dal Veneto (94,9%), la valle d'Aosta (92,7), il Molise (92,2), con il Trentino al quinto posto (91,5%).

Il Trentino figura anche fra le zone che stanno vaccinando di più gli anziani.

E arrivano anche le prime indicazioni sugli effetti in termini di ridotte infezioni e ospedalizzazioni: "L'età media di chi contrare l'infezione è stabile ed è intorno ai 40-50 anni ma il numero di nuovi casi tra operatori sanitari rimane basso, a conferma dell'efficacia delle vaccinazioni. C'è anche una decrescita dei casi tra gli over-80, sempre attribuibile alle vaccinazioni", ha detto il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, alla conferenza stampa organizzata dal ministero della Salute sull'analisi dei dati del monitoraggio settimanale della Cabina di Regia.

Quanto ai flussi di vaccini verso il Trentino, Benetollo ha spiegato: "Di Pfizer abbiamo forniture regolari, costanti e tendenzialmente in aumento, una certezza rispetto alla quale stiamo facendo programmazione, quindi non facciamo troppa scorta perché ci fidiamo degli arrivi settimanali.

Dovrebbero arrivarne 15.000 dosi la prossima settimana e così quella successiva. Circa un terzo sarà utilizzato per le seconde dosi.

Per il vaccino Moderna le dosi sono poche e arrivano con irregolarità, lo stiamo utilizzando a domicilio con un ritmo di 500 dosi a settimana e ne abbiamo scorte significative perché non possiamo sapere cosa succede.

AstraZeneca è la grande incognita dovrebbero arrivarne circa 12.00 dosi dopo Pasqua e le daremo ai medici di medicina generale che dalla metà della prossima settimana potranno riprendere le vaccinazioni che sono state rallentate questa settimana. Purtroppo non abbiamo ancora notizie certe sulla fornitura successiva".

Benetollo si è soffermato anche sull'andamento della pandemia: "In Trentino la situazione complessiva è in miglioramento, la situazione negli ospedali, in particolare nelle terapie intensive non ancora. Come si spiega questo? Stiamo valutando attentamente i dati e peraltro non è un fenomeno solo trentino", ha rilevato.

In Trentino l'Rt è attorno allo 0,8 e l'incidenza dei contagi è scesa ma le terapie intensive rimangono in una situazione difficile.

"Probabilmente - ha aggiunto - ci sono più fattori, il primo è la biologia della malattia, c'è un ritardo nell'occupazione dei posti di un paio di settimane dall'infezione. Teniamo conto anche del fatto che i tempi di permanenza in terapia intensiva sono lunghi e anche lo scorso anno era successo che i posti letto avevano cominciato a scendere in maniera significativa alcune settimane dopo il picco degli ingressi in ospedale.

Questo è certamente un motivo, ma non crediamo che sia l'unico. La domanda dal punto di vista scientifico non ha ancora una risposta.

Un dato che abbiamo è sull'abbassamento dell'età delle persone in terapia intensiva, che è intorno ai 65 anni.

Non sappiamo ancora se le varianti provocano malattie più gravi, ma sappiamo che contagiano anche persone più giovani con manifestazione di sintomi".

Le criticità negli ospedali sono in controtendenza, anche perché esito di contagi delle settimane scorse, rispetto a uno scenario sui nuovi positivi che si sta facendo più incoraggiante.

Perciò, da martedì 6 aprile il Trentino tornerà in zona arancione e le scuole saranno completamente in presenza fino alle medie e con la dad al 50% alle superiori.

Maurizio Fugatti, oggi in videoconferenza, ha letto anche la comunicazione ufficiale in proposito arrivata dal ministero della Salute e ha auspicato che il governo, nei prossimi giorni, possa concedere deroghe "sulla base della valutazione del contagio, non solo per noi ma anche per altre realtà con numeri da zona gialla, come quelli odierni".

Fugatti ha fatto riferimento a quanto previsto nel nuovo decreto che regolerà le misure in aprile, mese nel quale sono escluse zone gialle ma si prevede che il consiglio dei ministri possa concedere deroghe a territori in condizioni buone.

"Il mio è un messaggio - ha detto Fugatti - che è anche un seguito ad una richiesta che viene dai rappresentanti delle categorie economiche oggi hanno manifestato la loro preoccupazione e la loro protesta". Rispondendo a una domanda, ha poi precisato: "Se i dati del 9 aprile fossero in peggioramento si potrebbe tornare rossi dal lunedì successivo, ma, riteniamo che il picco sia stato raggiunto la scorsa settimana".

"Come anticipato ieri abbiamo un Rt in calo rispetto alla settimana scorsa, attorno allo 0,8, mentre l'incidenza è sotto i 250 ogni 100.000 abitanti, siamo attorno a 220", ha detto Fugatti.

"Un indicatore critico è ancora quello delle terapie intensive", ha aggiunto.

In rianimazione infatti ci sono 51 persone, 4 in più di ieri, i nuovi ricoveri in ospedale sono 17 e le dimissioni 23.

I positivi sono in tutto 114: 61 individuati attraverso 1.478 tamponi molecolari e 53 con gli antigenici rapidi (908 quelli eseguiti).

Sempre in riferimento al bollettino odierno, si registrano purtroppo altri tre i decessi per covid in Trentino.

L'indice di positività dei tamponi analizzati è pari al 4,8%.

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