Il Trentino in zona rossa l'annuncio di Fugatti: "è perché hanno cambiato criteri"

AGGIORNAMENTO - E' arrivato alle 19,30 il messaggio ufficiale: La Provincia di Trento diventa zona rossa, mentre quella di Bolzano, per la quale si ipotizzava lo stesso passaggio, invece no. In Alto Adige infatti la situazione è in continuo miglioramento da giorni, con il calo dell'RT sotto il valore 1, e una generale diminuzione dei ricoverati in ospedale. Merito della "zxona rossa provinciale" che il governatorer Kompatscher ha imposto anche quando per il governo poteva essere arancione.

Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, firmerà nuove ordinanze che andranno in vigore a partire da lunedì 15 marzo. Passano in area rossa le Regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Veneto e la Provincia autonoma di Trento che si aggiungono a Campania e Molise che restano in area rossa. Lo comunica ilMinistero della Salute.


 TRENTO - "Non è ancora ufficiale perché non abbiamo ancora ricevuto la comunicazione, ma il Trentino sarà in zona rossa da lunedì 15, per via del nuovo criterio introdotto dal governo".

Lo ha detto il presidente Fugatti pochi istanti fa in conferenza stampa. "Prima la classificazione era basata sull'RT, e il nostro RT questa settimana era in calo, dall'1,1 della settimana scorsa all' 1,09 di oggi. Ci avrebbe garantito di restare arancioni, ma il Governo ha introdotto la regola dell'incidenza, cioè diventa rossa la zona che ha più di 250 casi per 100 mila abitanti. E noi oggi siamo a 342".

Per Fugatti "il nuovo parametro di valutazione ha dei pro e dei contro, su certi aspetti lo abbiamo anche criticato, perché secondo noi valutare le zone per incidenza, penalizza chi fa più tamponi o chi li fa ai sintomatici. Ma questo vale per tutta Italia".

"Abbiamo rappresentato al Governo alcune contraddizioni di questo parametro che non tiene conto del numero complessivo di tamponi che vengono effettuati o del metodo seguito, noi, ad esempio, li facciamo anche sui sintomatici. Il Governo, anche in seguito a questa nostra sollecitazione – ha aggiunto Fugatti – ha inserito nel decreto un passaggio che prevede un controllo a livello nazionale sulle modalità con cui si fanno i tamponi sui vari territori. E’ una decisone che subiamo – ha spiegato il presidente – e ci dispiace soprattutto per la chiusura delle scuole, tema che per noi è sempre stato in primo piano, perché sappiamo cosa questo comporti per le famiglie. Ci appelliamo comunque, ancora una volta, al senso di responsabilità sempre dimostrato dai trentini. Siamo, inoltre, fortemente preoccupati per i risvolti sull’economia, anche se il presidente Draghi ha annunciato per la prossima settimana il decreto “sostegni” che prevede aiuti alle imprese per 32 miliardi e che sarà, ha detto Draghi, ulteriormente aumentato, senza dimenticare che anche la Provincia interverrà con ulteriori integrazioni. Vediamo anche - ha concluso Fugatti - se si interverrà per sostenere i congedi parentali".

Fugatti ha ricordato che la conseguenza più importante è la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado. "Non possiamo farci niente, anche se abbiamo l'Autonomia: lo sapete che se facciamo diversamente ci portano davanti al Tar e arriva una sentenza che ci obbliga a chiudere".

Fino a quando resteremo in zona rossa? Da lunedì 15, a Pasqua, ha risposto Fugatti. "Mi rendo conto che è difficile, anche per la questione economica, ma faccio appello al senso di responsabilità del Trentino".

L’assessore alla salute Stefania Segnana, insieme al dottor Antonio Ferro di Apss, è invece tornata sulla questione del vaccino AstraZeneca, dopo che ieri un lotto di siero era stato bloccato dalle autorità sanitarie. “Ribadisco che non c’è nessun tipo di allerta su AstraZeneca – ha detto Ferro – e coloro che si sono vaccinati devono stare tranquilli.

L’assessore Segnana ha riferito che oggi, salvo alcuni casi, non ci sono state rinunce alla vaccinazione. “I trentini – ha detto – continuano ad avere fiducia nel lavoro dell’Azienda sanitaria”

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