Incontro dopo un funerale provoca un focolaio covid in Trentino

In Trentino si è sviluppato un focolaio covid in seguito a un funerale.

Ne ha parlato stasera in conferenza stampa il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, lanciando un nuovo appello al rispetto di tutte le norme di prevenzione.

Ciò, ha sottolineato il numero uno della giunta, anche in vista della possibile riapertura delle piste da sci il prosismo 17 febbraio.

Una riapertura che potrà avvenire, ha sottolineato Fugatti, solo in sicurezza e con un quadro epidemiologico che si confermi stabile o in miglioramento, un obiettivo per il quale serve l'impegno di tutti nel comportarsi con massima attenzione.

Per tornare al focolaio, il dirigente generale Giancarlo Ruscitti, pur senza rivelare dov'è accaduto l'episodio, ne ha spiegato la dinamica: «Durante il rito funebre i prtocolli di prevenzione sono stati rispettati, ma alla fine, purtroppo, i comportamenti hanno favorito il contagio.

In particolare, molte persone si sono recate all'interno di un'abitaizone, con il risultato che ora abbiamo dieci soggetti positivi al virus, fortunatamente nessuno si trova in gravi condizioni.

È la dimostrazione che il virus circola, dunque bisogna stare attenti anche in situazioni particolari quando si vuole stare vicino a una persona che soffre: vanno assolutamente evitati simili incontri collettivi, specie in luoghi chiusi».

Fugatti ha anche commentato l'altolà dato dal virologo Andrea Crisanti, in un'intervista oggi sull'Adige, nella quale sconsiglia la riapertura a metà febbraio: «Si tratta del parere di un esperto e lo rispettiamo. Tuttavia, il Comitato tecnico scientifico consente l'apertura solo in zona gialla, quindi presupponendo che la situazione epidemiologica sia sotto controllo. Noi riteniamo che in questo scenario e nel rispetto severo del protocollo di sicurezza, gli impianti vadano riaperti. Con il Cts che dice che in zona gialla si può aprire, noi che abbiamo sempre dimostrato il rispetto delle regole, lo faremo.

Quanto al rischio che gli infortuni sciistici possano avere un impatto sul sistema ospedaliero, va tentuo conto che da noi il quadro dei posti letto occupati, anche in rianimazione, ha superato il momento più difficile: oggi in terapia intensiva siamo scesi a 28, non eravamo a questi livelli da tempo. Va poi anche considerato che l'affluenza di turisti sulle pista sarà ridotta rispetto ai flussi in condizioni normali, quindi anche il numero di infortuni sarà probabilmente inferiore».

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