Covid, Veneto, Emilia Romagna e Friuli concordano una stretta per evitare la zona arancione, il Trentino attende

Gli ospedali soffrono e i decessi salgono: ieri 580 contro i 356 del giorno precedente ma la curva dei contagi, ieri 35.098, per la prima volta rallenta.

Il governo vuole verificare se il sistema per zone funziona.

Da oggi in Italia ci sono quattro regioni rosse (Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Calabria e provincia autonoma di Bolzano che oltretutto ha deciso autonomamente ulteriori strette) e sette arancioni (Puglia, Sicilia, Liguria, Toscana, Abruzzo, Umbria e Basilicata), le altre gialle.

Ma altre 4 regioni sono in bilico: i presidenti di Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia Romagna valuteranno insieme la possibilità di inasprire le restrizioni. Resta sub iudice la Campania, dove il presidente Vincenzo De Luca continua a ribadire che per la sua regione non c’è alcuna decisione da prendere.

Come noto, anche il Trentino si sta sforzando per evitare un aggravamento della situazione, con il conseguente passaggio in zona arancione, come ha spiegato all’Adige lo stesso presidente, Maurizio Fugatti.

Stefano Bonaccini, Massimiliano Fedriga e Luca Zaia studiano un’ordinanza comune per evitare di scivolare dalla fascia gialla a quella arancione o rossa.

L’idea è di introdurre autonomamente nelle tre regioni misure più restrittive di quelle già in vigore: restrizioni alla mobilità e contro gli assembramenti.

Non risulta che il Trentino, che col Veneto confina, abbia ritenuto di aggregarsi a questa scelta, per anticipare nuovi rischi. Ma può darsi che nei prossimi giorni la scelta di restrizioni in autonomia diventi obbligata, per evitare la spada di Damocle della zona arancione, che implicherebbe notevoli limitazioni, anche agli spostamenti e alle attività commerciali.

L'ordinanza uscirà «presumibilmente domani e parlerà di assembramenti e di regole a chi non se le è fatte ancora entrare in testa», dice Zaia.

Ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto informarsi sull’evolversi della situazione telefonando al governatore Luca Zaia. «Mi ha chiamato il capo dello Stato per chiedere informazioni su come sta andando. Ho ringraziato per l’interesse, ho parlato lungamente della situazione, la preoccupazione che i comportamenti di pochi, che inficiano la situazione di molti»,  ha riferito Zaia.

Il capo della giunta veneta ha confermato di star lavorando per concordare con le regioni confinanti, attualmente ancora in fascia gialla, un’ordinanza in linea sulle misure restrittive, non coercitive, che possano essere d’aiuto soprattutto agli operatori della sanità.
«Sarà un’ordinanza - ha precisato - con buone pratiche per quanto possibile, per evitare che se qui chiudiamo i centri commerciali, al di là del confine con Friuli Venezia Giulia o Emilia-Romagna non ci sia un’isola di salvezza».

«Abbiamo visto fenomeni, soprattutto nei fine settimana, dove in realtà prima delle 18» e quindi prima della chiusura dei locali «c’erano più persone in piedi, vicine e senza mascherina». Questo è un aspetto che «ci preoccupa. Cercheremo di andarlo a limitare», ha spiegato per parte sua il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ai microfoni di Radio Capital, annunciando «misure che possono ridurre gli assembramenti».
«Una ipotesi - ha spiegato Fedriga - può essere la consumazione obbligatoria da seduti e vedere se limitare anche il numero di persone sedute allo stesso tavolo, come previsto dal dpcm ma in modo più blando. Il nostro scopo è non pesare ancora di più sulle attività economiche».

Perché, parlando di tutela della salute, «anche nell’economia - ha osservato - c’è una buona parte di salute, perché porta da mangiare. Per questo serve equilibrio».
E per quanto riguarda le ultime decisioni del governo, ha concluso, «avrei dato una compensazione che non può essere dettata da un semplice calcolo matematico ma ci deve essere dietro anche una scelta politica».

«In questo momento noi dobbiamo essere precisi negli interventi: la mia preoccupazione non è fare scelte difficili, ma fare scelte difficili che servano», ha aggiunto.

Zaia anche ieri non ha mancato però di rilanciare la critica all’atteggiamento di Roma: «Il governo ha dato un’impostazione assolutamente centralista e verticistica, visto che ha adottato questa politica dei dpcm esautorando  le Regioni fin dal primo giorno. Noi rivendichiamo sempre l’autonomia, Ovvio che poi serve anche un’azione di sintesi a livello nazionale, perchè si va oltre i confini regionali. Noi adotteremo nuove misure restrittive, che ovviamente non andranno a  colpire le aziende, e lo faremo in totale autonomia».

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