Mascherine all'aperto solo se c'è qualcuno Ruscitti: " Anche una apertura parziale può fare crescere di nuovo i contagi"

di Patrizia Todesco

«Il distanziamento sociale è la prima regola. Si vedono troppe immagini di gente che si riunisce o si accalca. Non in Trentino, ma in altre realtà sono scene quotidiane. Quello è veramente pericoloso». La raccomandazione arriva dal dottor Giancarlo Ruscitti, capo della task force provinciale che da giorni sta studiando, insieme agli altri membri del gruppo, rischi e vantaggi di possibili piccole e grandi aperture, sia sul piano economico che personale.

Dottor Ruscitti, la gente è stufa. Scalpita per uscire e lavorare mentre arrivano anche molti segnali che l’apertura potrebbe essere rischiosa. Come si riescono a bilanciare le esigenze?

Anche con un’apertura parziale la possibilità che il virus torni a circolare c’è. E quindi si cercano di autorizzare soprattutto attività all’aperto o attività dove è possibile mantenere il distanziamento anche per verificare se queste riaperture, con il rispetto di tutte le norme di sicurezza, non portino a una recrudescenza del virus. Siamo tutti un po’ preoccupati del dato della Germania che ha riaperto prima di noi ed è tornata al fattore R1, noi attualmente siamo a R 04. Questo vuol dire che in Germania una persona infetta è in grado di contagiare un’altra persona. Da noi una persona infetta è in grado di contagiarne meno di mezza. Quindi il rischio è più basso. Stiamo cercando di capire le attività lavorative con rischio più basso. Adesso stiamo anche cercando di far ripartire tutta la parte sociale, quindi da noi il settore legato all’Anffas e alle disabilità. Anche in questo caso stiamo ragionando sulle regole, sia per gli operatori che per gli ospiti.

Qui il bisogno delle famiglie è molto alto, hanno fatto sacrifici enormi in queste settimane.

Ne siamo consapevoli. Stiamo programmando di fare il tampone a tutti gli ospiti e agli operatori prima di riaprire ma poi bisogna fare in modo di mantenere il distanziamento sociale e mantenere stretti rapporti con la famiglia che deve avvisare se in casa ci sono persone con possibili sintomi Covid.

Nessuna apertura per la scuola perché, è stato detto, rappresenta una delle aperture più rischiose. Cos’altro non si può assolutamente aprire?

Le case di riposo sono l’altro settore più a rischio. Con la delibera approvata venerdì è stato deciso di far ripartire l’Uvm con due strutture, Ala e Dro, dove far entrare anziani che avrebbero diritto a entrare in casa di riposo e far fare loro una quarantena prima dell’ingresso nelle diverse strutture. Anche il gruppo Spes ci ha fatto una proposta analoga. Comunque noi almeno per un anno dovremmo convivere con questo problema .

Quindi si ipotizza che per un anno i parenti non potranno vedere i loro cari nelle Apsp?

Nel Dpcm si raccomanda al direttore sanitario della struttura di decidere caso per caso. Si fa l’esempio del fine vita e altro. In questo momento sia Upipa che Spes hanno deciso di non fare entrare i familiari e noi stiamo rispettando questa scelta. E comunque c’è ancora un certo numero di casi all’interno delle case di riposo, come ad esempio a Canal S. Bovo e Cles, che ci fanno capire che riaprire ai familiari può essere rischioso.

Sulle libertà personali invece qualche apertura è c'è stata. Sarà possibile muoversi all’interno del proprio comune.

Si, la nuova ordinanza del Presidente dice che possiamo tornare a camminare nei boschi e a fare jogging all’interno del comune di residenza mantenendo le distanze.

Mascherina obbligatoria anche se si cammina o si corre?

La mascherina va indossata se si incontrano altre persone. Indossarla mentre si corre è un po’ scomodo, ma bisogna averla sotto mano.

E dal 4 maggio?

Secondo le indicazioni si potrà muoversi all’interno della Provincia.

L’indice di contagio è quello da tenere sott’occhio. A quale livello si tornerà a chiudere attività e limitare le libertà personali?

Se si arriva a uno diventa preoccupante. Noi dovremmo rimanere stabili e non aumentare. Oggi i tamponi che abbiamo positivi sono soprattutto legati al mondo delle Rsa o ai familiari di malati.

Ad inizio aprile però si diceva che si doveva scendere a 10-20 tamponi positivi al giorno e siamo lontani da questi numeri.

Tolti quelli delle Rsa siamo nell’ordine dei 20-30 e comunque in calo.

E i minori emersi in questi ultimi giorni?

Tutti completamente asintomatici.

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