In arrivo in Trentino 15mila test rapidi " I primi sono risultati affidabili" Sono la soluzione per avviare la "Fase 2"

di Patrizia Todesco

Inizialmente tutti ne parlavano come l’estremo rimedio per la bassa affidabilità. Oggi, vista la difficoltà di coprire tutti i bisogni con i tamponi e con il miglioramento dei prodotti, anche gli esperti sembrano vedere nei test rapidi la soluzione per avviare la fase 2, quella della riapertura e della ripresa. Martedì sera, alla trasmissione Carta Bianca di Bianca Berlinguer, Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, ha detto che «con tutti i limiti i test rapidi pungidito possono avere sono fondamentali per la ripresa tanto è vero che io mi sto arrangiando per cercare di validare ciò che non mi viene validato per una serie di polemiche che vanno al di là del mio diretto comprensibile, che sottintendono problemi di altri natura». In effetti è impensabile che un lavoratore - a scopo precauzionale - debba rimanere a casa due settimane perché il figlio piccolo ha la febbre, così come sarebbe oggi previsto. Più sensato, anche dal punto di vista economico, è che venga messo a disposizione (magari dalle aziende stesse) un esame in grado di stabilire subito se c’è rischio Covid o meno.

Il Trentino, in realtà, i test rapidi li stanno testando già da alcune settimane. Il primo lotto, di 5.000 kit, arrivato all’inizio di aprile, è in via di esaurimento e in Azienda stanno arrivando altri 15 mila kit. Il dottor Paolo Lanzafame è direttore del laboratorio di microbiologia del S. Chiara ed è lui ad avere sotto controllo la situazione, l’attendibilità di questi test e le procedure per i tamponi.

Intanto in Trentino sono al momento stati eseguiti i tamponi sui professionisti sanitari «che sono stati sottoposti a rischio, ma adesso abbiamo un piano che partirà a tappeto la prossima settimana sia con dei test sierologici che con test rapidi su una serie di figure professionali all’interno dell’Azienda sanitaria», ha detto il direttore generale dell’Azienda sanitaria, Paolo Bordon.

«In prima battuta saranno fatti i tamponi e le verifiche sulle persone che hanno lavorato nei reparti Covid oggetto di riconversione. Cioè quelli che sono stati sottoposti di più al contagio, la prima fila, e che devono ritornare in condizioni certificate all’attività routinaria. A seguire tutti gli altri».

A proposito di personale sanitario, ha annunciato l’assessora provinciale alla Salute, Stefania Segnana, è previsto per oggi l’arrivo di quattro medici inviati dalla Protezione civile nazionale che lavoreranno negli ospedali del Trentino.

Leggi sul giornale l'Adige in edicola l'intervista al dottor Lanzafame

 

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