Coronavirus in Trentino: 171 positivi Sono 62 più di ieri. Due le persone morte Fugatti: atteso un aumento, state a casa

La Provincia autonoma ha confermato poco fa il decesso del parroco di Campitello di Fassa, don Luigi Trottner di 86 anni. Si tratta della seconda vittima di coronavirus in Trentino, dopo la signora morta a Borgo Valsugana della quale era stata data notizia ieri.

L'assessora alla salute, Stefania Segnana, ha indicato oggi un totale di 171 persone contagiate, quattro guariti, due decessi, 101 persone a domicilio, 45 alle malattie infettive, 7 in terapia intensiva e 12 con cure subintensive. Questi numeri sono aggiornati a oggi alle 14. Altri sei positivi sono statio verificati a Pergine attorno alle 16, quindi il totale dei contagi verificati è 179.

Ieri alla stessa ora i casi positivi registrati erano 115, 56 in meno.

Sono circa seicento le persone in quarantena precauzionale.

Sulla casa di cura Eremo di Arco lo stesso Ferro ha spiegato che sono in corso i test, dopo le sette positività rilevate nei giorni scorsi. L'Apss ha chiesto che i pazienti ricoverati non sianoi dimessi.

Sulla casa di riposo di Pergine, con 25 casi positivi, si stanno monitorando molti operatori sanitari (che pososno tornare al lavoro se negativi dopo 4 giorni dal tampone).

Il presidente, Maurizio Fugatti, ha rilanciato un accorato appello ai cittadini affinché si attengano scrupolosamente alle norme di prevenzione, per fermare i contagi e tutelare innanzitutto le persone più fragili, che possono essere anche i genitori stessi o i nonni. Il primo appello, dunque, è stato rivolto ai giovani. Ma poi, Fugatti ha parlato anche deti "troppi anziani che si vedono in giro" invitandoli a stare a casa per tutelare la propria salute.

Il direttore del dipartimento di prevenzione dell'Apss, Antonio Ferro, ha spiegato che malgrado le nuove e più stringenti misure messe in atto si prevede che il numero dei contagi possa crescere ancora per alcuni giorni, con l'auspicio però che già da mercoledì-giovedì si abbiano i primi frutti delle regole di prevenzione messe in atto (chiusure, limitazioni agli spostamenti eccetera).

Queste le località con il numero maggiore di casi: a Trento 41 casi, 4 a Rovereto, 4 a Commezzadura, 8 a Vermiglio, sei a Canazei, otto a Borgo Chiese, due a Campitello di Fassa, 25 a Pergine, Pieve di Bono sei, Cavalese due, Castello Molina quattro, Storo quattro, San Giovanni di Fassa due, Mezzolombardo due, Arco 13, Pinzolo due.

«Ci aspettiamo - ha detto il presidente, Maurizio Fugatti - una crescita ulteriore perché i risultati delle azioni che mettiamo in atto in questi giorni si vedrano tra una settimana-dieci giorni.

I numeri sono più gravi, abbiamo di fronte un peggioramento, come previsto. La cresicta nei cotnagi di tre giorni fa era un terzo di quella odierna e sarà un decimo probabilmente rispetto a ciò che vedremo nei prossimi giorni.

Quindi la vigilanza va assolutamente mantenuta e non va sottovalutata e lo sottolineo.

Ricordo che se abbiamo una situazione di normalità nelle nostre case è grazie a chi lavora nei supermercati, nelle farmacie o negli altri luoghi in cui la presenza consente alla comunità una vita domestica senza difficoltà.

Altri Paesi in Europa stanno comprendendo che cosa significa vivere dentro questa tragedia.
Una realtà come Bergamo ieri ha avuto 61 morti, l'anno scorso per l'influenza furono otto. Questo per spiegare le proporzioni.
A Bergamo settanta medici risultano positivi.

E non c'è nemmeno la possibilità di svolgere i funerali. Le persone muoiono da sole nei reparti di rianimazione senza nemmeno poter tenere la mano di un proprio caro.
Rendiamoci conto della gravità dell'emergenza.

Nei prossimi giorni o settimane anche il Trentino potrebbe registrare un quadro grave come in zone a 200-300 chilometri dal nostro territorio. Lo dico per insistere sulla necessità assoluta di rispettare le regole, su come si può fare una passeggiata, su come si può e non si può usare una bicicletta, su quando ci si può spostare. Lo dico soprattutto ai giovani: basta ritrovi in questi giorni, non dovete incontrarvi, fatelo per i vostri genitori, nonni.

Ci sono anziani che moriranno e tutti devono prendere coscienza che è il momento di fare dei sacrifici. Bisogna stare a casa propria, senza gli amici. Basta incontri di 5, 7, 8 persone.

I nostri anziani sono stati mandati in guerra al fronte. Il fronte per i giovani di oggi è stare a casa, per tutelare se stessi e soprattutto le persone più deboili che rischiano veramente di perdere la vita in questa emergenza.

Voglio ringraziare tutti gli operatori della sanità, i medici che sono rientrati nei reparti, in prima linea, accanto ai nostri malati.
Questa è una forte operazione di civismo.

Aggli anziani, visto che ce ne sono ancora troppi che escono di casa durante questa emergenza, dico che so quanto sia difficile rinunciare alle proprie abitudini, ma è un sacrificio irrinunciabile per non favorire i contagi.

Abbiamo casi difficili nelle case di riposo, nelle case di cura. Voglio ringraziare tutti gli operatori e i molti volontari>.

Oggi abbiamo fatto una videoconferenza dei presidenti di Regioni col governo. Abbiamo posto il tema dei cantieri di lavoro e Roma ha risposto che emanerà delle linee guida su come si può procedere con il lavoro.
In Trentino alcune organizzazioni di categhoria ci hanno comunicato che senza sicurezze valutano di fermarsi», ha concluso Fugatti.

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