Il dramma dell'Alzheimer: in Trentino 8mila malati Il dolore di una figlia: «Schiava e prigioniera di mio padre»

di Franco Gottardi

Sono 8.000 nella nostra provincia i malati di Alzheimer; saranno 10.600 nel 2030. Numeri che danno l’idea di come un problema sanitario si sia trasformato sempre più in emergenza sociale. E come con l’invecchiare della popolazione il fenomeno sia destinato ad allargarsi, anche se i numeri non indicano il perimetro di quanti soffrono per questa malattia.

Eccone un esempio:

«Schiava e prigioniera di mio padre». Così si definisce in una lettera inviata all’associazione Alzheimer la figlia di un malato. Ecco il testo:

«In questa mia lettera avrei molte cose da chiederle ma mi rendo conto che non sono capace. Non sono sposata, vivo con i miei genitori, e da qualche anno mi sembra di essere diventata la schiava o la prigioniera di mio padre. Continua a chiamarmi giorno e notte, non posso più uscire di casa perché diventa agitato e anche aggressivo. Devo essere sempre pronta a soddisfare ogni sua chiamata. Mia mamma ormai non ce la fa più e non so quanto io resisterò. Mi creda … da qualche anno non riconosco più mio padre che è sempre stato buono, paziente e generoso con tutti noi. Non pensa che possa essere ammalato di Alzheimer? E se così fosse noi non vorremmo portarlo via di casa. Ma quanto resisteremo? Come dobbiamo comportarci? La nostra famiglia è stata lasciata sola da tutti. Non abbiamo più amici; sono rari quelli che vengono a trovarci. Comprenda la nostra solitudine e sofferenza. Con le lacrime, grazie».


 

In realtà quelli che stanno male, come e forse anche più dell’anziano malato, sono i parenti stretti, coloro che sono chiamati a sostenerlo e accudirlo, quelli che vedono sconvolte le loro vite e che, come dice il sindaco Andreatta e come ben testimonia la lettera che pubblichiamo nell’articolo qui a fianco, a volte rischiano di perdersi in questo strazio degli affetti.

Il Trentino naturalmente non è immune da una malattia che nel mondo colpisce ogni tre secondi e che affligge 9,9 milioni di persone, di cui 1,2 in Italia, che nel 2030 saranno 47 milioni con un costo globale che supererà i mille miliardi di dollari. Cifre fornite da Renzo Dori, presidente dell’associazione Alzheimer Trento, in occasione della presentazione delle iniziative messe in cantiere per il mese di settembre, da otto anno a questa parte dedicato a un male di cui il giorno 21 si celebrerà la giornata mondiale. L’invito rivolto a tutti dall’Organizzazione mondiale della sanità quest’anno è “Demenza: parliamone”. «Un imperativo - commenta Dori - per evitare lo stigma che la malattia porta ancora con se, per rompere l’isolamento di cui troppo spesso ancora oggi, nonostante tutto, si trovano familiari e famiglie, per rendere consapevole sempre più collettività e politica della necessità urgente di rivedere assetti, organizzazioni e servizi che con crescente difficoltà riescono a dare risposte adeguate all’emergenza dei disturbi del comportamento connessi alla malattia, alle sue manifestazioni acute, anche violente, e al progressivo decadimento cognitivo».

In Trentino tanto si è fatto sul piano dell’organizzazione e dell’attivazione di nuovi servizi ma l’associazione segnala come tanto ancora rimanga da fare per il loro miglioramento e potenziamento a causa soprattutto di una costante carenza di personale qualificato che genera liste d’attesa e tempi di presa in carico troppo lunghi. «Permangono ancora zone grigie - fa presente Dori - ove le famiglie sono lasciate troppo sole, specialmente nella prima fase della malattia, e zone ad alta criticità quando si manifestano forti disturbi del comportamento con violenza verbale e non solo. Attualmente i tempi di risposta del sistema sono del tutto inappropriati».

Per parlare di tutto questo l’associazione Alzheimer ha organizzato una serie di eventi. Martedì 10 settembre alle 16 al sito archeologico al Sass in piazza Battisti si chiude la mostra fotografica di Luca Chistè “Quotidiani paralleli” nel corso della quale sarà presentato il libro di Letizia Espanoli “La vita non finisce con la diagnosi”. Dal 13 al 15 settembre adesione e sostegno alla festa dell’Alzheimer di Treviso. Il 19 settembre alle 15.30 al Centro servizi anziani di via Belenzani chiunque potrà sottoporsi gratuitamente al “test della memoria” predisposto dall’equipe dell’unità neurologica del Santa Chiara. Il 20 settembre dalle 8.30 alla sala conferenze della Fondazione Caritro convegno rivolto a cittadini, operatori sanitari e sociali dal titolo “Alzheimer: facciamo il punto guardando al futuro”.

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