Il gruppo Fb "Sei di Trento se..." di nuovo nel mirino degli hacker

Gli hacker tornano a prendere di mira il gruppo Facebook “Sei di Trento se”

A poco meno di tre anni di distanza dal primo episodio, nel settembre del 2016 il gruppo di pirati informatici che fa parte di Nameless, da domenica pomeriggio ha ripreso possesso della pagina trentina, nata nel gennaio 2014. In poche ore la bacheca è stata invasa da messaggi dapprima canzonatori, poi sempre più offensivi e pesanti, all’indirizzo di singoli utenti perplessi o anche del Trentino e dei trentini in generale, con un mix tra luoghi comuni, maleducazione, turpiloquio gratuito ed altre amenità.

Il tutto tra lo stupore prima e l’indignazione poi degli appartenenti al gruppo.

Del gruppo di hacker Nameless si era occupato nei mesi scorsi anche l’esperto di nuovi media e “cacciatore di bufale” David Puente, che oltre al caso trentino del 2016 aveva segnalato altre incursioni degli stessi pirati informatici, sempre ai danni di gruppi Facebook di altre città o associazioni.

Dopo ore di insulti e post di dubbio gusto, tre appartenenti al gruppo, Andrea Tonezzer, Stefano Bragagna e Davide Dianti, hanno così deciso di passare all’azione creando un nuovo gruppo che in poche ore ha già raccolto 600 adesioni.

Già dopo che il gruppo era stato “rubato” agli amministratori - che di fatto erano stati estromessi dagli hacker dalla possibilità di gestire la pagina - erano stati fatti altri tentativi di aprire altri gruppi. Su Facebook, infatti, al momento, oltre al gruppo principale - quello hackerato - che conta oltre 11mila iscritti, sono presenti altre due pagine simili: Sei di Trento se... con poco più di 2.000 iscritti e Sei di Trento se... (official) con 155 iscritti che era stato varato nel dicembre 2016 proprio dopo l’attacco dei pirati informatici e la prima infornata di post sconvenienti.

«Dopo il primo blitz degli hacker era stato fatto il tentativo di creare un gruppo gemello con nome identico, ma non aveva funzionato granché, perché la gente non capiva più quale fosse il gruppo attivo e faceva confusione», ha spiegato Stefano Bragagna: «Per questo ora abbiamo scelto un nome più chiaro, con l’aggiunta del 2.0 e pian pianino in tanti stanno lasciando il gruppo che ormai pare ingestibile per entrare a far parte di questo, nel quale speriamo di poter riprendere a condividere serenamente opinioni, richieste, foto, ricordi e quant’altro fa normalmente parte di un gruppo Facebook».

Gli hacker agiscono a volte anche sostituendosi ad utenti “reali”, per questo Puente nel proprio blog raccomanda di «non accettare le amicizie o richieste da parte di account dubbiosi (ad esempio, con richieste di amicizia da parte di persone già presenti tra gli amici)».

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