Sat, scalata alla presidenza In lizza anche due donne

Aperti i giochi per il dopo Bassetti alla presidenza della Sat, la Società degli alpinisti tridentini che a fine aprile, quando sarà convocata l’assemblea dei circa 330 delegati, rinnoverà i vertici del sodalizio per il triennio 2018-2020, eleggendo il Consiglio centrale che è stato allargato da 17 a 19 consiglieri.

Non mancano le sorprese, tra coloro che hanno fin qui presentato la loro candidatura.

C’è, ad esempio, il giudice Carlo Ancona, satino storico e oggi proboviro del sodalizio, assieme a Edda Agostini ed Elio Caola.

C’è l’ingegner Roberto Bertoldi, l’ex dirigente della Protezione civile della Provincia, indicato dalla Sosat.

C’è l’ex sindacalista Ermanno Monari, segretario della Uil del Trentino per 17 anni, dal 1995 al 2012, oggi presidente di Vales, cooperativa sociale (assistenza e sanità), frutto della fusione tra le coop La Stada e La Casa.

E, poi, ci sono i nomi femminili di peso, che prefigurano la possibilità di una svolta storica per la Sat: l’elezione di una donna alla presidenza. Quella più tirata in ballo è Maria Carla Failo, della sezione di Trento, attuale vicepresidente.

Ma il fatto che se ne parli, per taluni, è solo per «bruciarla», per puntare invece su Anna Facchini, di Moena, già presidente della Commissione tutela ambiente montano e oggi presidente della Commissione cultura e biblioteca della Sat. Sia Anna Facchini, sia Carlo Ancora siedono nel direttivo del Trento Filmfestival della montagna.

Toccherà al nuovo Consiglio Centrale, dopo l’assemblea, eleggere al proprio interno il nuovo presidente. Misurandone qualità e disponibilità di tempo a guidare un’organizzazione così articolata (27 mila soci, con 34 rifugi in proprietà e 5.500 chilometri di sentieri da gestire), perché si tratta pur sempre di una prestazione volontaria. E questo spiega la difficoltà a trovare subito un numero adeguato di candidature. Lo statuto parla di «almeno 28 soci da proporre all’Assemblea». La Commissione elettorale presieduta da Cinzia Marchi aveva fissato un primo termine per la presentazione: il 31 gennaio, e non ci si è arrivati.

Quindi, un secondo step, il 18 febbraio. E altri nomi si sono aggiunti. Ma sarebbe un bel segnale se ve ne fossero altri, ben oltre quota 28. Per altro, lo statuto non fissa termini perentori entro cui presentarsi. Non si ricandida l’altro vicepresidente, Marco Matteotti. Si ripresenta, però, gran parte del direttivo uscente. Tra i nomi nuovi, Andrea Busetti, medico, una vita dedicata al soccorso alpino, Mauro Mazzola (esperto di valanghe) ed Elena Guella, entrambi dipendenti della Provincia. E, poi, Luciano Magnago della sezione Sat di Levico Terme, Luciano Parolari (Sat Carè Alto), Luca Gadenz (Sat Primiero), Claudio Broch (Sosat) e Stefano Fontana (Mattarello), che si era dimesso da vicepresidente.

«Claudio Bassetti parla di una Sat in salute» dice Roberto Bertoldi, alpinista che ad inizio anni ’90 (presidenza Zobele) ha guidato la Commissione rifugi, diretto corsi della Scuola Graffer e presieduto il Gruppo rocciatori Sat, poi sciolto «ed è vero. Ma c’è una mancanza di rapporti con le sezioni e i soci, che va assolutamente recuperato. E va riconquistata una dimensione alpinistica, che è stata lasciata un po’ ai margini. Sat è essenzialmente alpinismo, poi viene tutto il resto, la dimensione culturale e politica. Io entro in punta di piedi, per dare una mano e imparare. Poi, valuterò». Ermanno Monari (sezione di Ravina), dice: «Tempo ne ho: mi metto in gioco con lo spirito del volontario, per dare una mano. Ho capito che ce n’è bisogno».

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