Il mistero delle persone scomparse In Trentino se ne cercano 89

di Flavia Pedrini

Sono usciti di casa dopo un saluto frettoloso ai propri cari o lasciandosi alle spalle un appartamento vuoto. Qualcuno diretto al lavoro, altri da amici o con l'intenzione dichiarata di fare una commissione. Da quel giorno, però, non esistono più. Spariti. I familiari, invece, vivono in una sorta di limbo del dolore, senza notizie o una tomba su cui piangere. Per mesi, a volte per anni.

Sono 89 le persone scomparse in Trentino che, alla fine del giugno scorso, risultavano ancora non rintracciate e un terzo di questi sono minorenni, soprattutto stranieri. Nella maggior parte dei casi si tratta di adulti che si sono allontanati volontariamente, forse per fuggire da situazioni di dolore o difficoltà. Ricerche e appelli sono rimasti senza esito. Ma ci sono scomparse avvolte davvero nel mistero più fitto, come quella di una coppia di Fiavé che, dal luglio 2012, pare inghiottita nel nulla.

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Il dato è contenuto nella relazione fatta dal Commissariato straordinario del Governo per le persone scomparse. Numeri che, a livello nazionale, disegnano un vero «esercito». Dal 1° gennaio 1974 al 30 giugno 2017, sulla base dei dati forniti dalla Direzione centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica sicurezza, le persone scomparse in Italia ancora da rintracciare sono 47.946 (9.033 italiani e 38.913 stranieri) di cui 12.723 maggiorenni (5.683 italiani e 7.040 stranieri), 33.802 minorenni (2.167 italiani e 31.635 stranieri) e 1.421 scomparsi di età superiore ai 65 anni (1.183 italiani e 238 stranieri).

Per quanto riguarda la nostra regione ad oggi ci sono ancora 223 persone da rintracciare. Dal 1974, infatti, a fronte di 2.625 soggetti scomparsi, l'epilogo è stato positivo per 2.402 persone, che dunque hanno fatto ritorno a casa. Circa la metà sono cittadini stranieri (122) e prevalgono i maschi (177). Alla provincia di Bolzano spetta il primato delle persone non rintracciate (134). Per quanto riguarda il Trentino, come detto, al 30 giugno 2017 erano 89 i soggetti ancora da rintracciare. Nella maggior parte dei casi si tratta di italiani (51) e, circa un terzo, sono ragazzi minorenni (32), in gran parte stranieri (25). Nel caso dei minori si tratta di ragazzi stranieri che si allontanano dai centri di accoglienza. Un fenomeno che, anche a livello nazionale, appare sempre più preoccupante. Il totale complessivo dei minori ancora da ricercare è, infatti, di 8.811, 8.372 stranieri e 439 italiani.

La relazione dà conto anche dei cadaveri rimasti senza nome. In regione sono 19 i corpi rinvenuti e non ancora identificati, a fronte dei 2539 del dato nazionale. Il terribile primato spetta alla Sicilia: 1670 corpi restituiti dal mare, un numero peraltro indicato per difetto, poiché sono in corso accertamenti sull'effettivo numero dei migranti deceduti a seguito di naufragi nel Mediterraneo. Tornando alla nostra regione 4 di questi risultano rinvenuti nel fiume e in 8 casi la salma è stata trovata in territorio trentino. Spesso si tratta di corpi in avanzata fase di decomposizione, difficilmente riconoscibili e pertanto, sul sito del Ministero, c'è anche un registro generale dei cadaveri non identificati in cui vengono riportati alcuni elementi utili, come tatuaggi o oggetti rinvenuti accanto al corpo o indumenti indossati. Nell'elenco ci sono anche salme trovate decine di anni fa, come nel caso dei resti rinvenuti nel 1969 Racines o del corpo restituito dalle acque dell'Adige nel 1987 ad Avio. Il più recente ritrovamento di una salma rimasta da identificare risale al 2014: un cadavere carbonizzato nei boschi sopra Cortesano.

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