Lupi cecoslovacchi sequestrati Erano tenuti in una gabbia

Costretti a vivere in pochi metri quadrati, liberati per pochi minuti al giorno e lasciati perfino senz’acqua nel periodo invernale.
È un quadro di maltrattamenti pesante quello di cui deve rispondere il proprietario di due lupi cecoslovacchi, una razza piuttosto recente, nata incrociando esemplari di pastore tedesco con lupi euroasiatici. La procura nei giorni scorsi ha chiesto ed ottenuto dal gip Francesco Forlenza il sequestro di entrambi gli esemplari, che adesso sono stati affidati al canile di Rovereto. Una decisione che il padrone dei due cani - un imprenditore della valle evidentemente deciso a contestare le accuse - ha però impugnato davanti al Tribunale dei riesame, che si pronuncerà il prossimo settembre.

Il fascicolo per maltrattamento di animali finito sul tavolo del pubblico ministero Maria Colpani riguarda fatti successi in Val Rendena e prende le mosse dalle segnalazioni raccolte dai volontari dell’Enpa che, dopo un paio di mesi di «monitoraggio» fatto con le proprie guardie zoofile, hanno presentato una dettagliata denuncia agli agenti dell’Ufficio distrettuale forestale di Tione. Un’attività che ha poi portato al provvedimento di sequestro dei due cani, eseguito dagli agenti forestali alla fine dello scorso mese.

L’indagine, come detto, ha preso le mosse grazie ad una intensa attività fatta dalle guardie zoofile dell’Enpa, l’Ente nazionale protezione animali, che hanno ricevuto la segnalazione di alcuni cittadini, indignati e preoccupati per le condizioni in cui venivano tenuti i due cani. I due lupi cecoslovacchi, una razza molto forte e attiva, che ha bisogno di molta attività fisica e di spazi adeguati, erano infatti custoditi in due gabbie di pochi metri quadri, ospitate nel piazzale di un’impresa, che evidentemente aveva dato in uso lo spazio al proprietario. Una condizione di «reclusi» pressoché permanente, visto che - secondo le testimonianze raccolte - il proprietario avrebbe liberato i due cani solo per pochi minuti al giorno. In inverno, inoltre, l’imprenditore avrebbe di fatto lasciato i due lupi cecoslovacchi senza acqua, visto che quella presente nella bacinella si congelava per le temperature rigide e, dunque, non era più possibile berla.

L’Enpa, come detto, a fronte delle segnalazioni raccolte, ha deciso di monitorare da vicino la condizione dei due animali, grazie all’impegno di varie guardie zoofile, che per un paio di mesi hanno costantemente verificato come vivevano i due cani. Come ha appurato anche l’etologa, che ha redatto una accurata relazione, i due cani erano custoditi in condizioni incompatibili con la loro natura. Uno degli esemplari, in particolare, appariva perennemente depresso per gli spazi esigui in cui era costretto a vivere, mentre l’altro continuava a girare in modo quasi ossessivo nella piccola gabbia.

Con la documentazione raccolta i volontari dell’Enpa si sono presentati ai forestali dell’ufficio distrettuale di Tione che, dopo i dovuti accertamenti, hanno portato gli atti in procura. Sulla base della denuncia presentata la pm Maria Colpani ha dunque proceduto alla richiesta di sequestro degli animali, al fine di porre fine ai presunti maltrattamenti.

Il proprietario, che in passato avrebbe usato i due esemplari anche come cani da slitta, contesta però le accuse ed ha presentato ricorso attraverso il suo legale contro il sequestro dei cani. La parola, ora, passa ai giudici del Tribunale del riesame.

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