Inchiesta sull'Università di Trento Acquisiti documenti sul polo sanitario

di Sergio Damiani

Il nuovo Polo sanitario trentino (Psa), «erede» del Not, muove i primi passi del suo lungo e complesso iter amministrativo e progettuale, e già rischia di affrontare le prime sabbie mobili. Se ad affondare il Not era stata una guerra di ricorsi e controricorsi alla giustizia amministrativa da parte delle quattro cordate in lizza, a lambire il Psa sono le indagini sull'Università di Trento condotte dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza. La domanda sorge spontanea: cosa c'entra il Polo sanitario con l'Ateneo trentino?

In una fase ancora molto preliminare delle indagini, coordinate dal pm Carmine Russo, gli elementi per dare una risposta sono pochi. Qualche indizio lo ritroviamo nei decreti di perquisizione e sequestro notificati una decina di giorni fa a tre docenti e ad un assistente del Dicam, il Dipartimento di ingegneria civile, ambientale e meccanica.

La Procura ha infatti chiesto ai finanzieri di acquisire tutta la documentazione, formale e informale cartacea e in formato elettronico, inerente la libera professione svolta da due docenti con particolare riguardo alla progettazione del nuovo Polo sanitario trentino. L'impressione è che gli inquirenti vogliano verificare se qualche professore della facoltà abbia partecipato al concorso progettuale per il Polo sanitario (12 sono gli elaborati presentati ora in fase valutazione). In caso positivo, se il regime di docenza a tempo pieno consentiva di farlo e se per l'attività di progettazione sia stato utilizzato anche un dottorando.

II Polo sanitario non è l'unico progetto finito nel mirino della Guardia di finanza. Nei decreti di perquisizione si chiede l'acquisizione di tutti i documenti disponibili relativi a gare e affidamenti di progettazione, esecuzione di lavori e forniture indette dall'Università con particolare riguardo alla nuova mensa universitaria.

Più in generale gli inquirenti vogliono verificare se l'affidamento di alcuni incarichi di progettazione a professionisti interni - cosa di per sé virtuosa per l'Ateneo perché può portare a considerevoli risparmi - non si sia spinta troppo in là condizionando la scelta del contraente.
Infine verifiche sono in corso anche sui preventivi di spesa del Dicam Design Lab.

L'impressione è che gli inquirenti si stiano muovendo ad ampio raggio sulla base di elementi emersi approfondendo altri filoni di indagine che riguardano l'Università (l'ipotesi di frode in pubbliche forniture in relazione agli arredi della nuova biblioteca e l'indagine sull'affidamento di incarichi ingiustificati all'esterno).

I reati ipotizzati nel nuovo filone che tocca i docenti del Dicam sono turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, abuso in atti d'ufficio e tentata truffa. Ma in questa fase si tratta, appunto, di mere ipotesi ancora tutte da verificare.
Gli accertamenti dunque sfiorano ma per ora non investono il concorso sulla progettazione del Polo sanitario trentino. La delicata fase di studio e di valutazione anonima dei 12 progetti presentati può andare avanti.

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