Derubata in stazione mentre aspetta l'autobus

Era assieme all’amica e stava aspettando l’autobus, seduta sul muretto davanti alla stazione dei treni. Ha appoggiato il cellulare alla sua destra e ha continuato a parlare con l’amica, che era alla sua sinistra. È bastato un attimo: un malintenzionato le si è avvicinato e le ha portato via il telefonino, un Samsung Galaxy S7. Vittima del furto è una studentessa di 17 anni.

Il ladro è stato così abile che né lei, che aveva il cellulare praticamente appoggiato alla gamba, né l’amica che era voltata proprio verso il punto da cui è spuntato il malintenzionato, si sono accorte del fattaccio. L’episodio è accaduto in pieno giorno, nel pomeriggio di giovedì. La vittima si è resa conto del furto grazie ad un giovane che, testimone del reato, ha subito chiamato la polizia. Purtroppo non è stato possibile recuperare il telefonino, ma la studentessa vuole ringraziare pubblicamente quel ragazzo, di cui non sa il nome, e che per quel suo gesto di altruismo ha rischiato grosso. «È stato affrontato e picchiato dallo stesso ladro» spiega la vittima.

Erano le 16 circa quando alle due ragazze, sedute sul muretto a due passi da piazza Dante, si è presentato un giovane. «Avrà avuto attorno ai 25 anni. Mi ha chiesto se mi mancava il cellulare. In quel momento mi sono accorta che il telefonino che avevo appoggiato accanto a me non c’era più - spiega la studentessa - Quel giovane sconosciuto, di cui non ho fatto in tempo a chiedere il nome, mi ha raccontato di aver visto uno straniero che si è avvicinato e ha allungato la mano, per poi fuggire via. Mi ha detto che alla stazione ci sono sempre le forze dell’ordine ed è corso a cercare la polizia per avvisare dell’accaduto. Nel frattempo con la mia amica sono corsa verso la Trento-Malé perché mi aveva detto che il ladro era fuggito in quella direzione». Vicino alla rampa del parcheggio le due studentesse hanno visto il presunto autore del furto, un africano, assieme ad una donna. Sono state raggiunte dal giovane, che nel frattempo era andato a parlare con la polizia: lo straniero era già stato controllato e non aveva addosso alcun cellulare. «Non sono stato io a rubare» ha detto l’africano alle ragazze, urlando insulti contro gli italiani e scagliandosi contro il giovane che aveva chiamato la polizia.

«Lo sconosciuto che ci ha aiutato è stato preso per la testa e per il collo, colpito con spintoni. Aveva i segni rossi sulla testa» spiega la studentessa vittima del furto, che il giorno dopo è andata a presentare denuncia in questura accompagnata dal padre. «Non conosco il nome del giovane che mi ha aiutato, non ho fatto in tempo a chiederlo in quanto ero spaventata, ma vorrei ringraziarlo per essere intervenuto - evidenzia la ragazza - Non tutti si girano dall’altra parte, per fortuna».

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