Si schianta in moto contro un pick up Maurizio Forti, di Romagnano, muore in Marocco

di Franco Gottardi

Stava andando tutto a gonfie vele. Ormai Maurizio Forti era alla fine del viaggio. Aveva coronato il sogno a lungo inseguito di farsi una lunga cavalcata in libertà in sella ad una motocicletta. Stava tornando alla base di Marrakech dove assieme all’amico Enzo Forti aveva affittato l’enduro che lo aveva portato per una decina di giorni lungo le strade del Marocco. Mancavano una cinquantina di chilometri alla meta, sabato sera. Erano più o meno le 5 di pomeriggio, ora locale, e il traffico vicino alla città iniziava ad essere più intenso. Improvvisamente lo schianto, contro un Pick Up.

L’amico, che era più indietro, arriva qualche secondo dopo e vede Maurizio a terra, esanime. Qualcuno chiama i soccorsi, quando sale sull’ambulanza l’uomo dà ancora segni di vita, ma morirà poco dopo.

Maurizio Forti aveva 62 anni, compiuti il 7 febbraio scorso, ed abitava a Romagnano. Era uno stimato frutticoltore, un pioniere del biologico nella zona di Trento sud. Era sposato con Manuela Baldo, di Aldeno, e aveva due figli, un ragazzo di 26 anni e una ragazza di 22. Era impegnato nel lavoro e nelle organizzazioni di categoria.

Lo appassionavano anche i risvolti sociali legati alla sua professione, come quando qualche anno fa era andato in Brasile per capire da vicino la lotta dei Sem Terra. Eppoi aveva questa passionaccia per le due ruote. Ci andava spesso in moto, con la bella stagione. Si era fatto qualche bel giro in Italia, qualche volta anche in Svizzera ma sempre nei dintorni. Mai una cosa lunga e impegnativa.

Stavolta però assieme a Enzo Forti, omonimo ma non parente, aveva deciso di lanciarsi in un tour diverso e aveva scelto il Paese nordafricano. Paesaggi bellissimi, da ammirare in sella. Niente di meglio. Inizialmente pensavano di portarsi i loro mezzi ma poi c’era poco tempo e una burocrazia complicata e avevano deciso di affidarsi a qualche noleggiatore sul posto e pianificare il viaggio da qui.

La telefonata dell’amico è arrivata sabato sera. Poche parole da parte di Enzo ai suoi familiari per dire quel che era successo prima che si interrompesse il collegamento. Abbastanza per organizzare un viaggio di soccorso. Sono scesi in tre, un nipote di Enzo con un amico, studente universitario di origini marocchine che potrà fare da interprete, e un altro conoscente. Ieri sera sono arrivati a Marrakech e si sono incontrati con Enzo, ancora sconvolto. Il loro arrivo potrà servire per cercare di chiarire con le autorità la dinamica dell’incidente, ammesso che vi siano testimoni e rilievi in grado di spiegare l’accaduto.
Quel che è sicuro è che Maurizio non era certo un motociclista spericolato, anzi.

Gli amici lo ricordano come estremamente meticoloso e prudente. «Mi sembra ancora impossibile che gli possa essere successo qualcosa - diceva ieri sera Dario Forti, fratello di Enzo e amico da una vita di Maurizio - era sempre così determinato e sicuro. Ero molto più preoccupato per mio fratello che per lui». Invece il destino se l’è voluto portare via.

Ora bisognerà sbrigare tutte le pratiche burocratiche per far tornare la salma in Italia, a Romagnano. Ieri sera amici e parenti erano stretti attorno alla famiglia così duramente e improvvisamente colpita. Un dramma accaduto lontano che si fa fatica ad accettare, ma che purtroppo è cruda e crudele realtà.

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