«Fisco provincializzato Neutralità a rischio»

Il deputato Cinque Stelle Fraccaro mette in guardia: troppo potere in un territorio così piccolo. «È l’ultimo disperato tentativo che i due governi di centrosinistra di Trento e Bolzano hanno messo in campo pur di assicurarsi un potere che sentono sempre più fragile»

Provincializzare il fisco? Un errore e un pericolo perché non ci sarebbe neutralità.Decidiamo insieme ai trentini chi deve gestirlo. Lo dice il deputato del Movimento Cinque Stelle Riccardo Fraccaro.

La delega delle agenzie fiscali ad un ente che gestisce in maniera stringente il territorio, quello trentino, non lo convince

«Non si conoscono le ragioni e i benefici che dovrebbero eventualmente discendere dalla provincializzazione della agenzie fiscali, però i possibili rischi sono evidenti.

In particolare- scrive -  temo che questo passaggio di funzioni dallo Stato alle Province inciderà negativamente sull’autonomia e sulla neutralità degli accertamenti, a causa dei rapporti stretti di tipo economico e politico tra enti locali e imprese sul territorio, che rivestirebbero, al contempo, sia il ruolo di “controllori” che quello di “controllati. Invece di approvare l’ennesima norma calata dall’alto, coinvolgiamo i cittadini nella discussione su chi debba gestire il fisco».

Parole, quelle di Fraccaro, pronunciate a margine dell’incontro organizzato dal sindacato regionale Flp per discutere sulla provincializzazione delle agenzie fiscali.

«Il tema merita la massima attenzione, l’ho portato anche in Parlamento con un’interrogazione al Ministro Padoan. In assenza di un disegno di politica fiscale complessivo, fino ad ora non si è fatto altro che procedere con provvedimenti normativi “a spot”. Il governo locale, al pari di quello nazionale, pensa di introdurre leggi fondamentali come quelle sulla politica fiscale con emendamenti presentati all’ultimo minuto o con l’approvazione di norme di attuazione nel porto delle nebbie della Commissione paritetica.

È fondamentale, invece, procedere attraverso i canali legislativi con tempistiche ragionevoli, che consentano una discussione trasparente con il coinvolgimento dei cittadini e dei soggetti locali: associazioni di categoria, sindacati autonomi e confederali.

I sostenitori della delega rivendicano l’esigenza di un fisco “amico”: ma amico di chi? Non certo dei contribuenti! Se la delega venisse approvata, le Province di Trento e Bolzano controllerebbero direttamente le agenzie fiscali, cioè chi deve riscuotere le tasse e come: la conseguenza sarebbe non un “fisco amico” ma un potere provinciale senza nemici.

La delega mi pare l’ultimo disperato tentativo che i due governi di centrosinistra hanno messo in campo pur di assicurarsi un potere che sentono sempre più fragile. E lo fanno aumentando la stretta del controllo sul territorio. Questa manovra si inserisce in una realtà territoriale che ha sempre minori risorse, ma ne aumenta la complessità di gestione, con la conseguenza di diminuirne l’efficienza e di renderla ancora più complessa e costosa».

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