Appalti, la Provincia si adegua al resto d'Italia La norma statale prevede il limite del 30%

La Provincia ha deciso di adeguare la sua legge sugli appalti, approvata nel marzo scorso, al codice nazionale dei contratti pubblici, evitando il ricorso da parte dello Stato, che subito aveva sollevato obiezioni su alcune norme provinciali, non proprio in linea con la disciplina statale.


Per evitare lo scontro istituzionale, ovvero un'impugnativa reciproca davanti alla Corte costituzionale, è stato attivato un tavolo tecnico tra amministrazione provinciale e statale, che ha prodotto una serie di modifiche concordate che sono state presentate dall'assessore provinciale ai lavori pubblici, Mauro Gilmozzi, sotto forma di emendamenti alla legge di stabilità che sarà approvata la settimana prossima dal consiglio provinciale.

L'urgenza di approvare le modifiche deriva dalla scadenza di metà gennaio del termine stabilito per l'eventuale ricorso dello Stato per il mancato adeguamento della legge provinciale sugli appalti. Tra le principali modifiche c'è quella che riguarda il subappalto.

Viene adottata la norma statale che prevede il limite del 30% - invece del 40% che era stato fissato dalla Provincia - come quota subappaltabile di lavori, servizi e forniture. Lo Stato aveva infatti obiettato che si tratta di un aspetto che attiene all'ordinamento civile che è di competenza statale.

Viene invece confermata la possibilità per la Provincia di emanare linee guida vincolanti per tutte le amministrazioni aggiudicatrici del territorio, nel rispetto dei principi desunti dalle linee guida di Anac (Autorità nazionale anti corruzione). A questo fine si prevede la sottoscrizione con Anac di uno specifico protocollo di reciproca collaborazione.

Viene confermata inoltre spiega l'assessore Gilmozzi: «La possibilità per le amministrazioni aggiudicatrici provinciali di avvalersi dell'elenco provinciale dei commissari tecnici per la valutazione delle offerte negli appalti di importo inferiore alla soglia comunitaria e, fino alla piena operatività dell'analogo albo di Anac, anche negli appalti di importo superiore alla soglia di rilevanza comunitaria».

Sarà abolita la disposizione provinciale per adottare quella statale anche per quanto riguarda l'avvalimento, i motivi di esclusione, trattandosi di un istituto che rientra nella competenza legislativa statale in materia di concorrenza, le garanzie e la pubblicità degli atti di gara.

Tra gli emendamenti ve n'è inoltre uno che prevede l'espressione del parere del Comitato tecnico nelle procedure per l'affidamento di forniture o servizi di importo pari o superiore alla soglia europea, aggiudicate con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, quando la Provincia è amministrazione aggiudicatrice o quando la Provincia eroga contributi o finanziamenti comunque denominati, a carico del bilancio provinciale, per l'acquisto dei servizi o delle forniture. La Provincia ha deciso infine di alzare da 300.000 euro a 1 milione di euro la soglia dell'importo del progetto di un'opera pubblica comunale entro la quale non è richiesto il parere degli organi consultivi.

Tra gli emendamenti presentati dal presidente Ugo Rossi ce n'è invece uno che aumenta la terzietà degli esperti previsti dalla legge provinciale per la selezione del direttore generale dell'Azienda sanitaria e stabilisce che uno sia di nomina della Provincia, uno dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e uno da qualificate istituzioni scientifiche indipendenti. Oggi tutti e tre gli esperti sono scelti dalla giunta. L'emendamento è stato sollecitato dalla consigliera provinciale del Pd, Donata Borgonovo Re. Poi la scelta spetterà sempre alla giunta.

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