«Allarme gestione acqua» dal Parco Adamello Brenta

Ridefinizione dei rilasci d’acqua: contrasto con le centrali idroelettriche

Preoccupazione per la revisione dei valori del deflusso minimo vitale (Dmv) dei corsi d’acqua avviata dalla Provincia di Trento.

Le «perplessità» vengono espresse dal vertice del Parco Adamello Brenta, sottolineando come tale decisione «vada in contrasto con quanto finora fatto di positivo nella conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale e della risorsa acqua».

«Si ritiene infatti - spiega il presidente Joseph Masè - che, quantomeno per quel che concerne l’area del Parco, il bilanciamento degli interessi debba propendere per quelli a difesa del territorio e non per quelli di carattere economico delle singole società, in questa fattispecie quelle idroelettriche».

La Provincia di Trento ha da pochi giorni presentato il recente accordo con Hydro Dolomiti Energia relativo alla ridefinizione dei rilasci d’acqua per il deflusso minimo vitale da alcune opere di presa delle grandi derivazioni idroelettriche, con particolare riferimento al bacino del fiume Sarca e Chiese.

L’impressione dei vertici del Parco, però, è che «che venga posta eccessiva attenzione ai maggiori introiti economici, a discapito degli interventi di miglioramento, riqualificazione e fruizione collettiva dei tratti di fiume, così come descritti nella proposta di Piano di Gestione del Parco Fluviale della Sarca».

L’appello fatto alle istituzioni è chiaro: diminuire lo sfruttamento delle acque a scopo idroelettrico «all’interno delle aree protette o di particolare valenza naturalistica», intervenendo in modo che «i valori di portata da rilasciare a valle delle opere di presa siano quelli già previsti al fine di garantire l’effettivo mantenimento minimale delle caratteristiche biologiche, ecologiche, faunistiche e paesaggistiche dei corsi d’acqua fino ad ipotizzare l’esclusione totale di derivazioni idriche nelle aree di particolare pregio».

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