Un rene al posto della milza Bimba beve per la prima volta

Quando si è svegliata dall’anestesia ha chiesto di bere dell’acqua, un sogno realizzato per la prima volta nella sua vita. In dialisi dalla nascita per una rara anomalia dello sviluppo del rene, associata a una malformazione dei vasi sanguigni e addominali, una bambina di sei anni è stata sottoposta per la prima volta al mondo ad un trapianto di rene al posto della milza. L’eccezionale intervento, all’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, è perfettamente riuscito e la piccola paziente, che fino ad ora non poteva bere e urinare, «può finalmente cominciare a vivere».

Nel corridoio della terapia intensiva del reparto trapianti di fegato, al primo piano delle Molinette, mamma Laura fatica a trattenere le lacrime dalla gioia. «Adesso mia figlia potrà essere una bambina normale, cosa che in sei anni non è mai stata», osserva la donna, che con la bimba risiede a Mondovì, in provincia di Cuneo. «Sono stati anni strazianti, un inferno - racconta -: non puoi avere una vita normale quando sei nelle condizioni di mia figlia. Viveva più in ospedale che fuori...».

La sua particolare malformazione rendeva impossibile l’impianto del rene, donato con la classica tecnica convenzionale, e un trapianto di rene era già fallito nel 2014.
L’unica possibilità per eseguire il trapianto nella cavità addominale era quella di utilizzare un’altra via di collegamento al circolo sanguigno. Nella notte tra il 9 e il 10 dicembre alla bambina è stata quindi asportata la milza e l’impianto del rene è stato effettuato sui vasi splenici della stessa milza, lungo il loro decorso dietro al pancreas. L’uretera del rene trapiantato è stato poi impiantato direttamente sulla vescica.

«È la prima volta in letteratura che viene utilizzata questa tecnica con entrambi i vasi, arteria e vena, della milza», spiega Renato Romagnoli, dell’equipe del professor Mauro Salizzoni, che ha gestito la complessità chirurgica del trapianto, che ha coinvolto le competenze e le esperienze di numerosi professionisti del trapianto della Città della Salute e della Scienza di Torino. Da Bruno Gianoglio, direttore di Nefrologia dell’ospedale infantile Regina Margherita, al chirurgo vascolare Maurizio Merlo, dall’equipe di urologi del professor Paolo Gontero, a Licia Peruzzi, responsabile clinica del trapianto renale pediatrico. Senza dimenticare gli anestesisti del dottor Pier Paolo Donadio.

L’eccezionale trapianto è l’occasione «per ribadire il mio grazie a medici, infermieri e personale dei nostri ospedali», commenta la sindaca di Torino, Chiara Appendino, mentre l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Antonio Saitta, esalta «le eccellenze cliniche» di una regione che «lavora con il massimo impegno» per dare loro «un Parco della Salute all’altezza delle prestazioni di assoluta qualità, nell’interesse dei professionisti della sanità pubblica e per il bene dei pazienti».

«Non ci aspettavamo un risultato così positivo, è andato tutto bene. Sono stati grandi», conclude la madre della piccola trapiantata. «Mia figlia ha avuto il più bel regalo di Natale, è stato un miracolo...».

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