Crollo delle nascite nei primi nove mesi Quest'anno previsti oltre 400 parti in meno

Nel 2015 il Trentino deteneva, insieme all'Alto Adige, il tasso di fecondità più alto d'Italia

di Patrizia Todesco

Crollo delle nascite in Trentino, come nel resto d'Italia. Da gennaio a giugno, dicono le statistiche, i nati sono diminuiti del 10% circa. È come se a Cles non fosse nato alcun bambino considerato che in totale, se il trend si manterrà così, a fine anno saranno nati circa 400 bambini in meno rispetto allo scorso anno. Dai 500 ai 300, dicono le proiezioni. 

Niente a che vedere questo con la chiusura dei punti nascita. Forse qualche fuga in Alto Adige c'è stata, ma la drammatica realtà è che le coppie trentine e anche gli stranieri residenti nella nostra Provincia sembrano aver meno voglia di mettere al mondo bambini. Altro che costruire nuovi asili nido o scuole più grandi. Se andiamo avanti di questo passo ci sarà, ahimè, sempre meno bisogno di spazi per bambini e sempre maggiore necessità di strutture per anziani.

Lo scorso anno i nati nei punti nascita della nostra Provincia erano stati 4.533. Al 30 giugno 2016, ossia esattamente a metà anno, i parti erano 1.987 (dato diverso dai nati in quanto non sono considerati i gemelli che lo scorso anno erano stati 110). Facendo una proiezione ottimistica a fine anno si supereranno a fatica i 4 mila nati. Ultimo dato aggiornato a mercoledì indica 3.385 parti e certamente i due mesi e dieci giorni che mancano per arrivare a fine anno non saranno sufficienti a superare il gap che ci separa dal numero dello scorso anno.

Che il trend fosse in calo non è una novità. Il massimo storico degli ultimi vent'anni si era registrato nel 2004 con 5.172 nati. Poi c'è stata una lenta, ma inesorabile discesa. 4.991 i nati nel 2006, 4.949 nel 2007, 5.169 nel 2008, 5052 nel 2009, 5.102 nel 2010, 4.985 nel 2011, 4.894 nel 2012, 4.687 nel 2013, 4.580 nel 2014 e poi, come detto, 4.533 lo scorso anno. Mai prima ora, però, da un anno all'altro la diminuzione era stata così netta. 

Saranno gli esperti a dire cosa sia successo nel 2016. Cosa abbia portato le coppie a decidere che era meglio non allargare la famiglia. Una cosa è certa: gli allarmi lanciati anche nelle scorse settimane dai medici e dal ministero della Salute in occasione del Fertility day erano fondati. 

In Trentino, come nel resto d'Italia, nascono sempre meno bambini e la popolazione è destinata inesorabilmente ad invecchiare. A salvare la situazione, negli ultimi anni, erano stati gli stranieri. Il timore dei demografi è che anche loro stiano cambiando abitudini in fatto di maternità e che la crisi economica abbia sicuramente influenzato anche le loro scelte, come del resto quelli di molti italiani. Con oscillazioni minime negli ultimi 4 anni il costante incremento delle madri con cittadinanza extra Europea sembrava essersi attestato sul 25%. I dati aggiornati al 19 ottobre rispetto a quelli dei primi sei mesi sembrano essere leggermente migliori, ma la forte diminuzione è cosa certa.

Per quanto riguarda l'analisi dei punti nascita, senza considerare quello di Arco chiuso il 1° agosto e quello di Tione chiuso il 23 maggio, anche gli altri punti nascita di valle non hanno numeri esaltanti. In dieci mesi a Cavalese sono stati registrati 68 parti e andando avanti a questo ritmo si potrebbe arrivare a fine anno con meno di 100 nati. Un po' meglio a Cles, dove comunque rimane lontano l'obiettivo dei 500 nati. Trento e Rovereto la fanno evidentemente da padrone anche se il maggior aumento di lavoro legato alla chiusura di Arco e Tione sembra averlo avuto l'ospedale della città della Quercia dove nei primi dieci mesi (scarsi visto che alla fine di ottobre mancano ancora dieci giorni) sono stati registrati 983 parti, una cifra molto vicina ai nati complessivi dello scorso anno (949). Rimane stazionario invece l'ospedale S. Chiara dove lo scorso anno erano venuti alla luce 2.399 bambini e al 19 ottobre i parti sono stati 1.909.

Già nel 2015 la stima del tasso di fecondità totale nazionale era pari a 1,35, distante dalla media dell'Unione europea (1,55 figli nel 2013). Con 1,64 figli per donna nel 2015 il Trentino-Alto Adige si era comunque confermato la regione più prolifica d'Italia, seguita piuttosto a distanza dalla Lombardia (1,44%). Un primato che quest'anno rischiamo di perdere. Va detto, per completezza, che per il dato ufficiale sui nuovi trentini che vengono alla luce ogni anno, ai numeri dei nati negli ospedali della Provincia, a fine anno anno vanno aggiunti sempre una quarantina di bambini nati a domicilio, oltre naturalmente ai trentini nati a Feltre (erano stati 68 lo scorso anno) e quelli nati a Bolzano.

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