Nel 2017 l'addio alle sale di Trento Fiere Poi polo provvisorio forse all'Italcementi

di Franco Gottardi

La Mostra dell'agricoltura avrà come teatro anche nel 2017 le sale e i piazzali di Trento Fiere in via Briamasco, ma sarà l'ultimo grande evento ospitato nella sede della società che organizza esposizioni e mercatini in città.

Subito dopo dovrebbero infatti iniziare i lavori al piano seminterrato per la realizzazione della grande mensa universitaria.

Quale sarà la futura nuova location degli eventi espositivi nessuno oggi può dirlo.

La novità è che si sta ragionando su una sede provvisoria, per gli eventi che verranno realizzati dalla primavera in poi.

L'idea, condivisa dalla società e dal Comune, è quella di realizzare un edificio prefabbricato di circa 5.000 metri quadri, una struttura modulare che potrà se necessario essere anche ampliata per eventi di portata maggiore.

«Oggi nella sede di via Briamasco abbiamo a disposizione 4.800 metri quadri divisi su due piani - spiega l'amministratore di Trento Fiere Claudio Alì - e dopo il mese di marzo forse qualche evento minore potrà ancora essere collocato sul solo piano superiore, visto che in quello inferiore inizieranno i lavori per la mensa. Per quanto riguarda la collocazione della struttura prefabbricata so che il Comune sta valutando un paio di ipotesi ma non è ancora stata presa una decisione».

Effettivamente l'idea iniziale, quella di utilizzare la spianata dell'ex Italcementi, è ancora la preferita da Palazzo Thun perché sarebbe vicina alla città, da cui proviene la maggior parte dei visitatori degli eventi espositivi, e potrebbe anche essere dotata di spazi adeguati per il parcheggio. Il polo espositivo tra l'altro è previsto nel masterplan predisposto da Patrimonio del Trentino, la società pubblica proprietaria dei terreni, che destina 10.400 dei 35.600 metri proprio a questo scopo. C'è però un problema da affrontare e risolvere ed è quello della bonifica del sottosuolo.

Come l'Adige del 27 agosto scorso ha spiegato infatti il piano attuativo predisposto da Patrimonio è bloccato in Comune da una norma del piano regolatore che stabilisce che non può essere presentato se non a bonifica avvenuta, ma la bonifica non si fa se non si sa fino a che profondità si deve ripulire il terreno e questo dipende dalla sua destinazione d'uso, quindi dal piano attuativo. L'assessore all'urbanistica Paolo Biasioli un mese e mezzo fa aveva annunciato che era allo studio un escamotage per risolvere questo cortocircuito normativo, ma il tempo stringe e occorre procedere in fretta.

Se non si riuscirà a risolvere il «pasticcio» Italcementi si sta pensando anche a qualche soluzione alternativa, anche se non è facile individuare aree disponibili, adatte e non troppo periferiche di quelle dimensioni.

La fretta deriva anche dalla confermata volontà dell'Università di partire in primavera coi lavori per la mensa, volontà che non pare scalfita dall'aumento dei costi di ristrutturazione. A questo proposito si è saputo che il problema principale è stata la scoperta da parte dei tecnici che sotto al pavimento del seminterrato, dove verrà fatta la mensa, non c'è un isolamento appropriato. Manca il cosiddetto vespaio areato, necessario per evitare infiltrazioni e umidità, e bisognerà realizzarlo sotto un nuovo pavimento su tutti i 2.400 metri quadri; e non è solo questo ma con i 25-30 centimetri di rialzo bisognerà cambiare anche tutti i serramenti di pregio. Insomma, problemi e costi notevoli.

L'assessore comunale alle politiche economiche Roberto Stanchina, che nelle scorse settimane aveva criticato la scelta di realizzare la mensa, non intende comunque cavalcare ulteriormente il problema, anche se rimane della sua idea. «Non ho detto che bisogna rinunciare alle mense - commenta - ma mi pare che quella realizzata in via Tommaso Gar avrebbe la possibilità di essere ampliata. Quegli spazi di via Briamasco forse potrebbero essere usati per altre necessità come l'espansione delle postazioni tecnologiche o spazi ricreativi, per la musica. Credo che sarebbe una risposta migliore alle esigenze degli studenti».

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